In Vaticano, in corso la visita "ad Limina" dei vescovi della penisola di Corea
E’ iniziata la visita ad Liminaapostolorum dei vescovi della Corea,
che nei prossimi giorni saranno ricevuti da Benedetto XVI: un incontro atteso per
affrontare le importanti sfide pastorali poste alla Chiesa cattolica nel Paese asiatico.
Il servizio di Roberta Gisotti:
Già sottoposta
alla sovranità giapponese, occupata nel ’45 al nord dalla Russia e al sud dagli Stati
Uniti, separata in due Stati nel 1948, passa attraverso una sanguinoso conflitto civile
scoppiato nel ’50, che contrappone l’asse Mosca-Pechino alla coalizione internazionale
guidata dagli USA, su mandato dell’ONU, oggi la Corea è sulla via di una ricercata
e complessa pacificazione. Il 4 ottobre scorso, a Pyongyang, al secondo Vertice intercoreano,
c'è stata la firma di una storica Dichiarazione per lo sviluppo delle relazioni, la
pace e la prosperità tra le due Coree, che sulla carta sono ancora in guerra, dopo
l’armistizio firmato nel ’53. L’accordo non ha però affrontato
il tema dei diritti umani e della libertà religiosa, ha commentato mons. Lucas Kim
Un-hoe, vescovo ausiliare di Seoul, presidente della Commissione dei presuli per la
riconciliazione del popolo coreano, e troppo blandi - ha aggiunto - sono stati gli
impegni presi la denuclearizzazione del Nord e la riunificazione delle famiglie. Ampia
la presenza di cattolici - ben 5 milioni - in questo Paese asiatico, concentrati tutti
nella Corea del Sud, oggi è la quarta nazione in Asia per numero di cristiani, dopo
Filippine, India, e Vietnam. La Chiesa cattolica sudcoreana vanta anche il primato
nel mondo intero per le conversioni adulte, più di 100 mila l’anno, sebbene negli
anni in leggero calo, così come anche le vocazioni e la pratica religiosa. Di questi
aspetti pastorali, si dicono preoccupati i vescovi coreani di fronte al crescente
secolarismo favorito da modelli e stili di vita occidentali, diffusi dalla globalizzazione
e dai media, che stanno pervadendo anche la società coreana, dove si espandono anche
nuovi movimenti spirituali e pseudo-religiosi. Tra i campi che vedono la Chiesa coreana
in prima linea: la lotta all’aborto, alla pena di morte, alla clonazione di embrioni
umani, ai progetti dannosi per l’ambiente, alle guerre e alla corsa agli armamenti.
Da sempre impegnata per la piena riconciliazione nazionale, la Chiesa coreana
soffre la totale assenza di sacerdoti residenti nella Corea del Nord, dove pure è
stata fondata la chiesa di Janchung a Pyongyang e dove non è mai mancata l’assistenza
materiale e spirituale dei confratelli della Corea del Sud.