Suggestioni e colori del Concistoro. Il saluto del Papa ai fedeli in Piazza San Pietro:
la Chiesa abbraccia tutti i popoli
La commozione per la situazione della Chiesa in Iraq ha caratterizzato in modo particolare
la creazione dei nuovi cardinali presieduta da Benedetto XVI. Ritorniamo allora su
questo e sugli aspetti salienti della cerimonia di stamattina nel racconto di Alessandro
De Carolis:
(canto)
(In latino: Benedetto XVI chiama i neo-cardinali)
Ogni
applauso è l’eco di un affetto e un segno di riconoscenza. Ma in quello, più simile
a un’ovazione, che riverbera nella Basilica al nome del patriarca di Babilonia dei
Caldei, Emmanuel III Delly, è celata anche l’eco di un dolore che viene da lontano,
e il segno è quello impresso per emblema sul rosso della veste patriarcale: il colore
del “sangue” e delle “lacrime” del popolo iracheno, dei cristiani rimasti in Iraq
e di quelli resi senza terra da un conflitto che da anni demolisce la terra di Abramo.
E’ qui, in questo squarcio di consapevole durezza che irrompe nella solennità del
rito, la nota simbolica più intensa del Concistoro dell’anno 2007. La pioggia minacciata
ma rimasta solo nelle previsioni ha dato un inconsapevole contributo allo svolgersi
di una cerimonia altamente suggestiva, prevista inizialmente in Piazza San Pietro
- comunque affollata - ma poi per precauzione spostata nella splendida cornice della
Basilica, anch’essa stipata di fedeli e oggi simmetricamente suddivisa, nelle prime
file, dal rosso dei cardinali, a sinistra dell’altare della Cattedra, e a destra dal
viola dei presuli.
Due tonalità e due simmetrie che
danno l’idea del succedersi gerarchico e dell’unità con il Pontefice, significato
questo che oggi, più di ogni altra circostanza - specie nel rapporto privilegiato
tra il Papa e le porpore - è al centro dei pensieri di Benedetto XVI e dei 23 nuovi
cardinali. Le nuove nomine riportano a 120 il numero degli elettori, secondo il limite
stabilito da Paolo VI, ma soprattutto portano a 69 Paesi i Paesi rappresentati qui,
a fianco del Papa, nel cuore Chiesa universale. Uomini che hanno dimostrato di aver
servito con dedizione la causa del Vangelo e che oggi - come reciterà alla fine una
intenzione della preghiera universale - devono considerare “la dignità alla quale
sono stati chiamati, come segno che sollecita un più grande amore per la Chiesa”.
Una responsabilità espressa con le parole dell’antica formula latina: “Prometto e
giuro di rimanere, da ora e per sempre finché avrò vita, fedele a Cristo e al suo
Vangelo…”.
(In latino: formula di giuramento dei
cardinali)
L’applauso torna a riempire le volte di
San Pietro quando, uno alla volta, i nuovi cardinali vanno ad inginocchiarsi davanti
a Benedetto XVI, ricevono da lui la berretta rossa e il possesso di una Chiesa romana,
dove si recano subito dopo. Negli occhi di chi è presente e di chi guarda la cerimonia
in televisione resta l’abbraccio, prolungato, commosso, del Papa con il patriarca
Delly. Un abbraccio che si prolunga idealmente quando poco dopo, tra lo sventolio
di molte bandiere irachene, Benedetto XVI rivolge questo suo saluto alla folla della
Piazza:
"Cari fratelli e sorelle! Benvenuti qui!
Grazie per la vostra presenza, per la vostra partecipazione a questo importante evento
della Chiesa cattolica, la creazione di nuovi cardinali, che riflettono l’universalità
della Chiesa, la sua cattolicità. La Chiesa parla in tutte le lingue, abbraccia tutti
i popoli, tutte le culture e preghiamo che il Signore benedica questi nuovi cardinali.
A voi tutti auguro una buona domenica, buon ritorno! Grazie per la vostra presenza!"
.
(applausi)
Oggi
pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, si svolgeranno le tradizionali visite di cortesia
ai nuovi cardinali. Domani mattina, come abbiamo già detto, il Papa presiederà nella
Basilica Vaticana la Santa Messa con i nuovi porporati ai quali consegnerà l'anello
cardinalizio. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle
10.20 sulle consuete frequenze con commenti in italiano, francese, tedesco, inglese,
spagnolo e portoghese.