Unire le forze per combattere la fame, puntando sul ruolo delle famiglie nelle aree
rurali: l’appello di mons. Volante, capo delegazione della Santa Sede alla FAO
Non si può restare in silenzio “di fronte al problema sempre più grave della malnutrizione
che, invece di arrestarsi, miete vittime sempre più numerose”: è il richiamo di mons.
Renato Volante, Osservatore permanente della Santa Sede alla FAO, intervenuto alla
34.ma sessione della conferenza dell’Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Ce ne parla Alessandro Gisotti:
“La
delegazione della Santa Sede – ha detto mons. Volante – ritiene che la fame e la malnutrizione
non solo impediscono il pieno sviluppo della personalità di ogni individuo, ma sono
anche la chiara negazione dei suoi diritti fondamentali”. Il diplomatico vaticano
ha ribadito, dunque, che “soltanto una solidarietà coerente” permette di “guardare
al futuro con maggiore fiducia”. Diviene sempre più importante, ha proseguito, “coinvolgere
la famiglia rurale che è espressione di quel rapporto fra le generazioni da cui scaturiscono”
“valori e modelli di vita insostituibili che operano anche nell'attività economica”.
La famiglia nelle aree rurali, è stata la riflessione di mons. Volante, “è sinonimo
di proseguimento di vita e lavoro e trae ispirazione da una solidarietà in cui
la crescita armoniosa di ogni membro è il primo obiettivo, a cominciare dai più
deboli”. Il capo della delegazione vaticana ha così ribadito il sostegno della Santa
Sede a governi, organizzazioni della società civile e individui che si impegnano a
sconfiggere lo scandalo della fame. “La condizione delle persone che soffrono la fame
– ha avvertito - è talmente cruciale che tutti dovrebbero collaborare affinché
le decisioni politiche, economiche e finanziarie vengano prese considerando”
che tale tragedia “merita più attenzione della mera contabilità". Questo, ha detto
ancora, è tanto più vero quando le esigenze sono quelle basilari, causate da una
grave mancanza di cibo”. Mons. Volante ha dunque espresso l’auspicio che la FAO possa
proseguire nel suo sforzo “di permettere che la tecnologia, le nuove tecniche e le
nuove risorse vengano applicate all'agricoltura e quindi di far sì che la produzione
e la distribuzione alimentare divengano pienamente umane”.