Un anno fa moriva il padre gesuita Angelo D'Agostino, difensore degli orfani e dei
minori sieropositivi del Kenya
Un anno fa, scompariva il padre gesuita, Angelo D'Agostino, uno dei pionieri dell'assistenza
ai bambini malati di AIDS in Kenya. Una quindicina di anni fa, il religioso italo-americano
aveva fondato, nella località di Karen, il "Nyumbai Children's Centre", una struttura
di eccellenza a livello medico-sanitario ed educativo, che oggi ospita oltre 100 minori.
Il Centro, gestito dalle suore lauretane, è il fulcro di un progetto di assistenza
più ampio per oltre 2600 orfani kenyani e rappresenta il più vasto programma cattolico
per bambini affetti da HIV. Al microfono della collega della redazione inglese della
nostra emittente, Beth Hay, la vicepresidente di Nyumbani Italia, Adriana
Dipero Lodi, racconta il suo incontro con padre D'Agostino e la sua struttura:
R. -
Devo dire che ho trovato un’atmosfera incredibile e dei bambini curati, gioiosi e
sorridenti. E’ stato un amore a prima vista ed è stato un incontro straordinario anche
con questo uomo, a fianco del quale ho avuto veramente il privilegio di vivere un’esperienza
incredibile in questi 13 anni. Come Nyumbani Italia, siamo molto impegnati nel progetto
del villaggio di Nyumbani, al quale ha contribuito la Regione Lazio e Cor Unum
con dei grandi contributi, che hanno permesso il decollo del progetto. Siamo ora nella
terza e più onerosa fase: abbiamo infatti ancora bisogno di costruire 52 case ed altre
strutture. Una parte del villaggio è già operativa ed abbiamo più di 200 bambini che
ci vivono. Le scuole stanno funzionando ed abbiamo anche aperto una falegnameria che
sta dando lavoro ai locali e darà, in futuro, una possibilità di addestramento per
i giovani. Negli ultimi due anni, abbiamo contribuito con la costruzione di 11 case.
Costruire una casa significa dare un tetto ed un futuro ad almeno 10 persone: 10 persone
che non hanno mai avuto una casa, 10 persone che non conoscono la parola "domani".
D. - Possiamo spiegare chiaramente chi sono questi
bambini e chi abitata in queste case?
R. - I bambini
che abitano in queste case sono tutti orfani di genitori morti a causa dell’AIDS,
che vivono con un nonno o una nonna che si fanno carico non soltanto dei propri nipoti;
si fanno carico anche di altri bambini che vivono nella stessa famiglia. Tutto questo
al fine di trasmettere una eredità culturale, una eredità di tradizioni che non snaturi
però il carattere africano delle persone. Si rispetta la cultura locale.