Mons. Parolin: la Santa Sede negli organismi internazionali, un baluardo per la dignità
dell'uomo e contro il relativismo
Un’“autorità morale sovrana, indipendente dagli Stati”, che difende in un consesso
politico, ciò da cui ogni politica dobrebbe dipendere la “dignità umana”. E’ questo
il fine ultimo della presenza della Santa Sede all’interno dei vari organismi internazionali
ed è stato questo anche l’oggetto dell’intervento del sottosegretario per i Rapporti
con gli Stati, mons. Pietro Parolin, nel corso di una conferenza svoltasi di recente
all’Ambasciata argentina presso la Santa Sede. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Perché
la Santa Sede vuole porsi come interlocutrice indipendente dagli Stati ed esprimere
un giudizio autorevole sui problemi che riguardano la vita stessa dei vari Paesi?
E’ la domanda di partenza del discorso di mons. Parolin alla conferenza nell’ambasciata
argentina presso la Santa Sede, che aveva anche uno scopo celebrativo: quello di ricordare
il 150.mo anniversario delle missioni di Juan Bautista Alderti, rappresentante della
nazione argentina, e di monsignor Marino Marini, delegato apostolico di Pio IX, in
quello che fu il primo tentativo di allacciare relazioni diplomatiche tra Argentina
e Santa Sede.
Nello spiegare il ruolo giocato dalla
Santa Sede all’interno degli organismi sovranazionali come l’ONU, mons. Parolin ha
affermato che la Santa Sede “ritiene di rappresentare una dimensione dell'uomo che,
pur determinante nella vita dei popoli, non cade pienamente sotto la giurisdizione
degli Stati e non si esaurisce in essa”, ovvero la dignità dell'uomo, che - ha ribadito
– “è anteriore all'esistenza dello Stato ed il suo rispetto è la norma fondamentale
di ogni ordinamento giuridico, sia nazionale che internazionale”, per via della sua
“dimensione trascendente”. Da questo primato della persona - ha proseguito il sottosegretario
vaticano per i Rapporti con gli Stati, - dipende il maggiore o minore substrato etico
sul quale si fondano le politiche delle nazioni. La ricerca della pace, i rapporti
internazionali non possono prescindere da una reale tutela della dignità umana, poiché
la storia dimostra - ha soggiunto - “la dimenticanza, il disprezzo o l'adesione parziale
a questo principio sta all'origine dei conflitti, del degrado dell'ambiente e delle
ingiustizie sociali ed economiche”.
Per ognuna di
tali questioni, mons. Parolin ha ribadito la posizione vaticana, suffragata – ha ricordato
– anche dai molti interventi del Papa, ed ha terminato con un appello in favore di
chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese di nascita per sperare in un futuro
migliore. “La ‘fede’ nella dignità dell'uomo - ha concluso - esige che la spinosa
questione delle migrazioni venga considerata ed affrontata nel contesto dei diritti
umani, dei diritti della famiglia e dei diritti dei bambini”.