2007-11-23 08:06:06

Libano: ancora rinviata l'elezione del nuovo presidente


E' stata rinviata al 30 novembre la sessione del Parlamento libanese che avrebbe dovuto eleggere il capo dello Stato entro la mezzanotte di oggi, scadenza del mandato di Emile Lahoud. Il rinvio è stato deciso per mancanza del quorum in aula. La decisione, ampiamente prevista, era stata anticipata dal deputato Ali Hassan Khalil, stretto collaboratore del presidente del parlamento, Nabih Berri. Continua, quindi, il braccio di ferro sulla scelta del candidato tra la maggioranza parlamentare filo-occidentale e l'opposizione filo-siriana guidata dagli sciiti di Hezbollah. Intanto, sempre dalla maggioranza di governo, è stato rivolto un appello al capo dello Stato Lahoud a lasciare il palazzo presidenziale alla scadenza del suo mandato alla mezzanotte di oggi, minacciandolo di azioni legali in caso contrario. Sugli scenari che si possono aprire ora in Libano sentiamo Camillle Eid, giornalista libanese del quotidiano Avvenire, intervistato da Stefano Leszczynski:00:01:44:45

R. – Possiamo prevedere anche il mantenimento dello status quo per una settimana o dieci giorni e, quindi, fino alla conclusione della Conferenza di Annapolis. A mezzanotte scade il mandato dell’attuale presidente Emile Lahoud; Lahoud potrebbe nominare, entro la mezzanotte, il capo delle forze armate alla guida di questo governo transitorio, contrapposto ovviamente a quello attualmente riconosciuto dalla Comunità internazionale, ma considerato illegittimo dall’opposizione dopo le dimissioni di tutti i ministri sciiti.

D. – Sul ruolo di Hezbollah che, comunque, cerca di apparire quasi conciliante in questa situazione, è giustificata questa tranquillità? O si tratta di una ostentazione che, forse, nasconde altro?

R. – Diciamo che di per sé la posizione è tranquillizzante; se il movimento Hezbollah non ricorre a manifestazioni di piazza. Si tratta ora di capire chi farà la prima mossa sbagliata, alla quale l’altra parte è sempre pronta a contrapporre un’altra mossa altrettanto azzardata.

D. – In ogni caso, il Paese resta in una situazione di equilibrio estremamente precario?

R. – Ovviamente il vuoto fa paura, anche perché il Paese è comunque con il fiato sospeso; la tensione è già alle stelle e il Libano si è trovato, nelle ultime settimane, al centro del mondo per le visite di ministri degli Esteri, del segretario generale dell’ONU e della Lega Araba. Speriamo che questa attenzione non diminuisca nei prossimi giorni, perché permetterebbe di portare il Libano al sicuro.








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