Italia: respinta a quasi 10 mila stranieri la richiesta di asilo
Sarebbero quasi 10 mila gli stranieri che hanno chiesto asilo in Italia, ma che se
lo sono visti rifiutare. Un esercito silenzioso, che finora è stato escluso da ogni
statistica sull’immigrazione, ma sul quale alcune associazioni, tra cui la Caritas
e il Centro Astalli, ieri hanno organizzato un convegno. Sentiamo Alessandro Guarasci:
Li chiamano
i diniegati, ma mai termine è stato più incomprensibile. Tra aprile 2005 e settembre
2007 sono state presentate circa 25.200 domande per acquisire lo status di rifugiato.
Di queste, quasi 10 mila sono state rigettate senza che sia stata prevista la protezione
umanitaria. Il diniego può esser stato motivato con più ragioni, ma spesso colui che
chiede asilo si trova di fronte a pratiche incomprensibili o deve affrontare un colloquio
con la commissione territoriale competente in una lingua non sua. Ma quale l’identikit
del diniegato? Marco Accorinti, ricercatore del CNR, che ha coordinato
un’indagine a Roma:
“Si tratta per lo più di uomini, di età compresa
tra i 35 e i 45 anni, in buona salute, con un medio-alto livello di istruzione. Un’immigrazione,
in qualche maniera, anche scelta; non si tratta di un’immigrazione improvvisata”.
Dal
momento in cui arriva il diniego della commissione, l’aspirante rifugiato, magari
in attesa del ricorso, rimane spesso sul territorio italiano. La sua è una vita di
stenti, come è successo al sudanese Abdelazim Adam Koko che alla
fine ha usufruito dell’ultima sanatoria:
“Niente era sicuro, vivevo
senza lavoro, non potevo farmi visitare facilmente dai medici, dovevo sempre andare
all’ambulatorio della Caritas del Centro Astalli. Ero distrutto perché vivevo un disagio
e ho pensato tante volte di lasciare l’Italia, ma non sapevo dove andare”.
Servono
norme più chiare, ma anche più sensibilità da parte delle istituzioni. Le
Quyen Ngo Dinh, responsabile area immigrati Caritas di Roma.
“Bisogna
vedere come migliorare il processo dell’audizione. Una valutazione più omogenea e
più attenta, sia all’interno delle stesse commissioni territoriali, sia considerando
le valutazioni che possono differire da commissione a commissione, a volte su situazioni
che sembrano molto simili”.
Un primo passo però è stato
fatto. Sono state recepite alcune direttive europee per dare più certezze a chi chiede
asilo.