In Pakistan, il presidente Musharraf ha ottenuto la legittimità per il secondo mandato
presidenziale. Ma il Commonwealth sospende il Paese
La Corte suprema del Pakistan, epurata dei giudici ostili, ha respinto l'ultimo ricorso
dell'opposizione, aprendo così la strada al generale Pervez Musharraf per il secondo
mandato presidenziale di cinque anni. Poco dopo il Commonwealth, che aveva chiesto
la revoca dello stato di emergenza, ha deciso di sospendere Islamabad dall'organizzazione.
E la reazione non si è fatta attendere: una nota del Ministero degli esteri pachistano
ha definito la decisione “irragionevole ed ingiustificata”. Salvatore Sabatino
ha chiesto a Pierantonio Lacqua, responsabile della sede Ansa di Londra, quali
ricadute può avere, a livello internazionale, una mossa del genere. Ascoltiamo:
R. – In concreto,
non dovrebbe comportare nulla, perché il Pakistan è stato già sospeso dal Commonwealth
dopo il colpo di Stato del generale Musharraf, nel ’99 e fino al 2004, ma questo non
ha avuto nessuna ripercussione sostanziale sulla politica interna ed estera del Pakistan.
Si tratta, soprattutto, di una misura simbolica.
D. – Non ci saranno
ricadute concrete nemmeno dal punto di vista economico?
R. – Sia gli
Stati Uniti che la Gran Bretagna, quando c’è stata la proclamazione dello stato di
emergenza hanno decretato alcune sanzioni economiche, ma anche quelle sono state soprattutto
simboliche. E questo perché il Pakistan è considerato un protagonista cruciale nella
guerra al terrorismo; quindi, in queste gesticolazioni anche critiche di Londra e
di Washington non sono volte, realmente, ad incidere in concreto e al punto tale da
mettere in difficoltà Musharraf che è, appunto, un alleato indispensabile.
D.
– Il governo di Islamabad, però, ha espresso – da parte sua – profondo rammarico
per la decisione. Non si rischia in questo modo di creare una sorta di frattura con
Londra?
R. – Si tratterà ora di vedere se veramente Musharraf, come
promette, ristabilirà la democrazia in tempi brevi e se, veramente, si andrà alle
elezioni di gennaio. A quel punto, il Commonwealth potrebbe – tra un anno - rendere
atto che la situazione si è normalizzata e questo dovrebbe permettere al Pakistan
di rientrare nei ranghi.
India Sarebbero 12 le vittime delle
sette esplosioni che questa mattina hanno sconvolto tre città nello Stato dell'Uttar
Pradesh, nel nord dell’India. In crescita il numero dei feriti, ancora imprecisato.
Teatro degli attentati, le città di Benares, dove una bomba è esplosa in un tribunale
provocando tre morti, Faizabad dove le vittime sarebbero cinque raggiunte dalle schegge
di una bicicletta carica di esplosivo, e Lucknow, dove si contano numerosi feriti.
Gli inquirenti puntano alla pista dell'integralismo islamico. La rappresaglia seguirebbe
l’arresto, la scorsa settimana a Lucknow, di tre estremisti accusati del tentato rapimento
di Raul Ghandi.
Libano E' stata rinviata al 30 novembre la sessione
del Parlamento libanese che avrebbe dovuto eleggere il capo dello Stato entro la mezzanotte
di oggi, scadenza del mandato di Emile Lahoud. Il rinvio è stato deciso per mancanza
del quorum in aula. La decisione, ampiamente prevista, era stata anticipata dal deputato
Ali Hassan Khalil, stretto collaboratore del presidente del parlamento, Nabih Berri.
Continua, quindi, il braccio di ferro sulla scelta del candidato tra la maggioranza
parlamentare filo-occidentale e l'opposizione filo-siriana guidata dagli sciiti di
Hezbollah. Intanto, sempre dalla maggioranza di governo, è stato rivolto un appello
al capo dello Stato Lahoud a lasciare il palazzo presidenziale alla scadenza del suo
mandato alla mezzanotte di oggi, minacciandolo di azioni legali in caso contrario.
Sugli scenari che si possono aprire ora in Libano sentiamo Camillle Eid, giornalista
libanese del quotidiano Avvenire, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Possiamo
prevedere anche il mantenimento dello status quo per una settimana o dieci giorni
e, quindi, fino alla conclusione della Conferenza di Annapolis. A mezzanotte scade
il mandato dell’attuale presidente Emile Lahoud; Lahoud potrebbe nominare, entro la
mezzanotte, il capo delle forze armate alla guida di questo governo transitorio, contrapposto
ovviamente a quello attualmente riconosciuto dalla Comunità internazionale, ma considerato
illegittimo dall’opposizione dopo le dimissioni di tutti i ministri sciiti.
D.
– Sul ruolo di Hezbollah che, comunque, cerca di apparire quasi conciliante in
questa situazione, è giustificata questa tranquillità? O si tratta di una ostentazione
che, forse, nasconde altro?
R. – Diciamo che di per sé la posizione
è tranquillizzante; se il movimento Hezbollah non ricorre a manifestazioni di piazza.
Si tratta ora di capire chi farà la prima mossa sbagliata, alla quale l’altra parte
è sempre pronta a contrapporre un’altra mossa altrettanto azzardata.
D.
– In ogni caso, il Paese resta in una situazione di equilibrio estremamente precario?
R.
– Ovviamente il vuoto fa paura, anche perché il Paese è comunque con il fiato sospeso;
la tensione è già alle stelle e il Libano si è trovato, nelle ultime settimane, al
centro del mondo per le visite di ministri degli Esteri, del segretario generale dell’ONU
e della Lega Araba. Speriamo che questa attenzione non diminuisca nei prossimi giorni,
perché permetterebbe di portare il Libano al sicuro. Annapolis Dal
Cairo, dove sono riuniti i ministri degli Esteri della Lega Araba, è giunta la richiesta
di inserire la questione delle alture del Golan nell’ordine del giorno della prossima
conferenza di pace di Annapolis, promossa dagli Stati Uniti e in programma per il
prossimo 27 novembre. Secondo i rappresentanti della Lega, riuniti proprio per uno
scambio di opinioni in merito alla loro partecipazione alla conferenza, è importante
che al vertice dedicato agli equilibri medio orientali, partecipi anche la Siria.
Damasco, da parte sua, vorrebbe la totale restituzione delle alture del Golan, conquistate
da Israele nella guerra arabo-israeliana del 1967. Intanto, la Jihad islamica ha convocato
per lunedi', a Gaza, una 'contro-conferenza'. Iraq E’ iniziata
con un duplice attentato la giornata di oggi a Baghdad. Almeno 13 persone hanno perso
la vita, oltre 50 sono rimaste ferite nelle due esplosioni che hanno colpito uno dei
mercati popolari della capitale irachena. Un'autobomba, invece, è esplosa a Mossul
causando la morte di sette persone, tra cui due poliziotti, e il ferimento di altre
21.
Afghanistan Nuovo attacco contro la polizia, in Afghanistan.
Un commando di uomini armati ha preso d’assalto un posto di blocco nel distretto di
Arghandab, nella provincia di Kandahar. Il bilancio dell’imboscata, secondo fonti
militari, è di sette agenti uccisi e di altri sette rapiti. Ma i taleban affermano
di aver colpito 12 uomini e di non aver sequestrato nessuno. Sull’episodio, grava
l’accusa di complicità tra agenti regolari e miliziani islamici, avanzata proprio
dal comandante delle forze armate di polizia, secondo cui alcuni dei suoi uomini avrebbero
intrattenuto rapporti con gli estremisti islamici, permettendo loro di sferrare l’attacco.
Somalia Resta alta la tensione a Mogadiscio, capitale dello Stato
somalo, dove perdurano gli scontri tra i ribelli islamici e le forze etiopiche alleate
dell’esercito regolare. Dall’inizio dell’anno, secondo l’ONU, sarebbero almeno un
milione i profughi interni al Paese e 600 mila quelli in fuga dalla capitale. Una
situazione di piena crisi da ieri affidata al governo del nuovo premier, Nur Hassan
Hussein.
Bangladesh Ad una settimana dal passaggio del ciclone Sidr,
che ha devastato il sud del Bangladesh, il Paese asiatico è ancora in piena emergenza.
Migliaia i senza tetto – riferiscono i soccorritori - e numerosi i nuclei familiari
colpiti. Si teme il diffondersi di malattie per mancanza di cibo, acqua potabile,
vestiario e medicine. Danni stimati per oltre 600 mila ettari di coltivazioni, e perdite
per 350 mila unità di bestiame. Secondo l’organizzazione umanitaria Save The Children,
tre milioni di persone rischierebbero carenze alimentari per i prossimi sei mesi.
Italia Il Consiglio dei Ministri ha accordato al capo dell'esecutivo
Prodi di porre la fiducia sul disegno di legge sul welfare, se necessario. Non si
è però deciso su quale testo, eventualmente, porre la questione, se quello del governo
o se quello della commissione. La richiesta della sinistra di governo, su cui insiste
il Partito di Rifondazione Comunista, riguarderebbe il cosiddetto "diritto di precedenza"
per i contratti a termine.
Francia Misure di emergenza alla Sorbona
di Parigi. L’Università ha chiuso i corsi fino al prossimo lunedì a causa degli scontri
tra gli studenti che protestano contro la riforma pensionistica di Sarkozy e coloro
che desiderano prendere parte alle lezioni. Nel comunicato diffuso dall’amministrazione,
si legge che a causa della situazione "La libertà di studio non è garantita e la sicurezza
delle persone nemmeno". Proprio oggi, la Francia stava tornando alla normalità dopo
gli scioperi dei trasporti che avevano paralizzato il Paese nei giorni scorsi.
Banca
Centrale Europea Più trasparenza sui mercati finanziari. E’ quanto sollecita
il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, che ha ribadito come le turbolenze che
caratterizzano i mercati finanziari in questo periodo fossero prevedibili da tempo,
a causa della crisi dei mutui subprime. Trichet, ha evidenziato che la BCE e altre
banche centrali avevano lanciato piu' volte l'allarme sulla sottovalutazione del premio
di rischio. "I prezzi - ha spiegato - sono scesi in modo consistente e gli investitori
hanno fronteggiato perdite rilevanti e non prevedibili, contribuendo cosi' a provocare
ulteriore pressione". Antartide Incidente nelle acque dell’Oceano
Antartico. La nave da crociera ‘My Explorer' è colata a picco nel Mare di Weddel,
vicino alle Shetland Australi, per una falla nella chiglia provocata dall'urto con
un iceberg. Tratte in salvo le persone a bordo, circa 154 tra passeggeri e membri
dell’equipaggio, che hanno abbandonato l’imbarcazione grazie ai soccorsi della Guardia
costiera britannica, dell’Unità della Marina militare argentina e statunitense. (Panoramica
internazionale a cura di Francesca Fialdini)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 327 E'
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