2007-11-22 20:20:51

SOMALIA Il vescovo di Gibuti felice per le parole del Papa sulla Somalia


MOGADISCIO, 22nov07 – “Siamo profondamente grati per l’appello del Santo Padre che ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale sulla drammatica situazione del popolo somalo”. Questo il commento di mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, al richiamo fatto nell’Udienza Generale di ieri da Papa Benedetto XVI sulla grave situazione in Somalia afflitta dall’insicurezza sociale e dalla povertà. “Il totale degli sfollati e dei rifugiati somali – ricorda mons. Bertin - ha raggiunto la cifra di 1 milione di persone, delle quali 400mila sono gli sfollati di più vecchia data. Nelle ultime tre settimane da Mogadiscio sono scappate almeno 200mila persone”. Intanto, i leader religiosi somali riuniti ad Hargheisa, la capitale dell’autoproclamata Repubblica indipendente del Somaliland, hanno pubblicato una dichiarazione per la risoluzione del conflitto e la costruzione della pace. “Si tratta di un documento molto importante - dice mons. Bertin-. Uno dei punti che più mi hanno colpito è quello nel quale si afferma di accettare le altre religioni. Al momento – aggiunge il vescovo - non ho informazioni precise sui leader religiosi che hanno elaborato il messaggio. Posso comunque dire che in Somalia si distinguono due correnti islamiche. La prima, è quella tradizionale legata al sufismo e alle confraternite religiose. Si tratta di un islam che vuole la pace e con il quale il dialogo è possibile. L’altra, più recente, è la corrente ideologica, legata a una parte politica, che preme per un visione estremista della religione. Con la prima corrente religiosa si può e si deve dialogare per riportare la pace in Somalia. Anche in una situazione difficile come quella somala – rileva infine mons. Mortin - la collaborazione tra cattolici e musulmani è possibile”. Come è noto, il Presidente della Somalia, Abdullahi Yusuf, ha nominato Nur “Adde” Hassan Hussein, nuovo Premier del Governo di Transizione Nazionale, in sostituzione di Ali Mohamed Gedi che si è dimesso il 29 ottobre. La nomina dovrà ora essere approvata dal Parlamento.
(Fides-MANCINI)








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