2007-11-22 12:37:36

Nuovo forte appello del Papa contro la fame. Incontrando la FAO, Benedetto XVI avverte: il progresso tecnico non basta, bisogna guardare alla persona nella sua integralità


Ancora una volta, Benedetto XVI leva alta la voce in difesa dei più deboli e, in particolare, contro lo scandalo della fame. Occasione dell’accorato appello, l’udienza di stamani ai partecipanti alla 34.ma sessione della Conferenza generale della FAO, l’agenzia dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Il Papa ha esortato tutti gli uomini di buona volontà ad unirsi per sconfiggere la fame e costruire una pace giusta e duratura fondata sulla dignità inviolabile della persona umana. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
"The time has come to ensure, for the sake of peace…"
 
“E’ tempo, per il bene della pace, di assicurare che ogni uomo, donna, bambino non debba più soffrire la fame”: è l’accorato appello di Benedetto XVI, che nel discorso ai membri della FAO ha sottolineato come il motto di questa organizzazione, fiat panis, “sia anche al cuore del Vangelo, che la Chiesa è chiamata a proclamare”. “La famiglia umana – ha esortato – deve trovare gli strumenti e le strategie per risolvere i conflitti causati dalle differenze sociali, dalle rivalità etniche e dalla enorme disparità nei livelli del progresso economico”.
 
"Mankind is thirsting for true and lasting peace…".

 
“L’umanità – ha detto ancora – è assetata di una pace vera e duratura”, che può essere edificata solo se, tanto i cittadini quanto i governanti, assumono dei comportamenti “fermamente radicati” nel principio della giustizia. Giustizia che ha il suo fondamento proprio nella “destinazione universale dei beni del creato”. Il progresso tecnico, ha rilevato, “per quanto importante, non è tutto”. Tale progresso deve, infatti, inserirsi “nel più ampio contesto del bene integrale della persona umana”. Ha così evidenziato il ruolo della religione, che può offrire un contributo distintivo soprattutto attraverso la formazione delle menti e dei cuori, “in accordo con una visione” integrale “della persona umana”. La Santa Sede, ha sottolineato, è da sempre impegnata a sostenere ogni sforzo utile a “liberare l’umanità dalla carestia e dalla malnutrizione” consapevole che per risolvere questi problemi non bastano dei mezzi tecnici raffinati, ma urge soprattutto “un genuino spirito di cooperazione di tutti gli uomini di buona volontà”. Questo impegno, ha proseguito, “richiede un riconoscimento della dignità insita nella persona umana, ad ogni stato della sua esistenza”.

 
"All forms of discrimination…".
 
“Tutte le forme di discriminazione”, ha avvertito, “in particolare quelle che mortificano lo sviluppo agricolo vanno combattute, giacché costituiscono una violazione del diritto fondamentale di ogni persona ad essere libera dalla fame”. Questi sforzi, ha rilevato, sono ancor più urgenti oggi, in un tempo nel quale viviamo il paradosso di una “diffusione della povertà in un mondo che sperimenta una ricchezza senza precedenti, tanto economica quanto scientifica e tecnologica”. A volte, ha costatato con amarezza il Santo Padre, gli ostacoli che si presentano possono portare allo scoraggiamento: guerre, epidemie, disastri naturali. Tuttavia, è stata la sua esortazione, “queste difficoltà devono servire come motivazione per raddoppiare gli sforzi affinché ogni uomo possa avere il pane quotidiano”. La Chiesa, ha ribadito, è convinta che la richiesta di soluzioni tecniche più efficaci vada sempre accompagnata da programmi incentrati sui quei valori fondamentali che trovano la loro fonte nell’inalienabile dignità della persona umana.

 
"The united effort of the international community…".
 
Per eliminare la malnutrizione e promuovere un genuino sviluppo, ha detto ancora, serve uno “sforzo unitario” della comunità internazionale. Ha, così, messo l’accento sulla necessità di strutture che assicurino una corretta valutazione delle risorse necessarie per affrontare un’ampia serie di situazioni. Questa lotta contro la fame, ha esortato il Papa, richiede “il contributo di ogni membro della società” - individui, organizzazioni di volontariato, governi – “sempre con il dovuto rispetto di quei principi morali che costituiscono il patrimonio comune di ogni persona e il fondamento di ogni vita sociale”. La comunità internazionale, ha avvertito, deve sempre usufruire di questo “tesoro di valori comuni”, poiché lo sviluppo può essere “autentico e duraturo” soltanto se viene alimentato da uno spirito di cooperazione e dalla volontà di “condividere le risorse tecniche e professionali”. Benedetto XVI non ha mancato infine di riconoscere il ruolo e i risultati conseguiti dalla FAO nella lotta alla fame, augurandosi che possa continuare proficuamente il suo lavoro anche nel futuro.







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