Nuovo forte appello del Papa contro la fame. Incontrando la FAO, Benedetto XVI avverte:
il progresso tecnico non basta, bisogna guardare alla persona nella sua integralità
Ancora una volta, Benedetto XVI leva alta la voce in difesa dei più deboli e, in particolare,
contro lo scandalo della fame. Occasione dell’accorato appello, l’udienza di stamani
ai partecipanti alla 34.ma sessione della Conferenza generale della FAO, l’agenzia
dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Il Papa ha esortato tutti gli uomini
di buona volontà ad unirsi per sconfiggere la fame e costruire una pace giusta e duratura
fondata sulla dignità inviolabile della persona umana. Il servizio di Alessandro
Gisotti: "The
time has come to ensure, for the sake of peace…" “E’ tempo,
per il bene della pace, di assicurare che ogni uomo, donna, bambino non debba più
soffrire la fame”: è l’accorato appello di Benedetto XVI, che nel discorso ai membri
della FAO ha sottolineato come il motto di questa organizzazione, fiat panis, “sia
anche al cuore del Vangelo, che la Chiesa è chiamata a proclamare”. “La famiglia umana
– ha esortato – deve trovare gli strumenti e le strategie per risolvere i conflitti
causati dalle differenze sociali, dalle rivalità etniche e dalla enorme disparità
nei livelli del progresso economico”. "Mankind is
thirsting for true and lasting peace…". “L’umanità
– ha detto ancora – è assetata di una pace vera e duratura”, che può essere edificata
solo se, tanto i cittadini quanto i governanti, assumono dei comportamenti “fermamente
radicati” nel principio della giustizia. Giustizia che ha il suo fondamento proprio
nella “destinazione universale dei beni del creato”. Il progresso tecnico, ha rilevato,
“per quanto importante, non è tutto”. Tale progresso deve, infatti, inserirsi “nel
più ampio contesto del bene integrale della persona umana”. Ha così evidenziato il
ruolo della religione, che può offrire un contributo distintivo soprattutto attraverso
la formazione delle menti e dei cuori, “in accordo con una visione” integrale “della
persona umana”. La Santa Sede, ha sottolineato, è da sempre impegnata a sostenere
ogni sforzo utile a “liberare l’umanità dalla carestia e dalla malnutrizione” consapevole
che per risolvere questi problemi non bastano dei mezzi tecnici raffinati, ma urge
soprattutto “un genuino spirito di cooperazione di tutti gli uomini di buona volontà”.
Questo impegno, ha proseguito, “richiede un riconoscimento della dignità insita nella
persona umana, ad ogni stato della sua esistenza”.
"All
forms of discrimination…". “Tutte le forme di discriminazione”,
ha avvertito, “in particolare quelle che mortificano lo sviluppo agricolo vanno combattute,
giacché costituiscono una violazione del diritto fondamentale di ogni persona ad essere
libera dalla fame”. Questi sforzi, ha rilevato, sono ancor più urgenti oggi, in un
tempo nel quale viviamo il paradosso di una “diffusione della povertà in un mondo
che sperimenta una ricchezza senza precedenti, tanto economica quanto scientifica
e tecnologica”. A volte, ha costatato con amarezza il Santo Padre, gli ostacoli che
si presentano possono portare allo scoraggiamento: guerre, epidemie, disastri naturali.
Tuttavia, è stata la sua esortazione, “queste difficoltà devono servire come motivazione
per raddoppiare gli sforzi affinché ogni uomo possa avere il pane quotidiano”. La
Chiesa, ha ribadito, è convinta che la richiesta di soluzioni tecniche più efficaci
vada sempre accompagnata da programmi incentrati sui quei valori fondamentali che
trovano la loro fonte nell’inalienabile dignità della persona umana.
"The
united effort of the international community…". Per eliminare
la malnutrizione e promuovere un genuino sviluppo, ha detto ancora, serve uno “sforzo
unitario” della comunità internazionale. Ha, così, messo l’accento sulla necessità
di strutture che assicurino una corretta valutazione delle risorse necessarie per
affrontare un’ampia serie di situazioni. Questa lotta contro la fame, ha esortato
il Papa, richiede “il contributo di ogni membro della società” - individui, organizzazioni
di volontariato, governi – “sempre con il dovuto rispetto di quei principi morali
che costituiscono il patrimonio comune di ogni persona e il fondamento di ogni vita
sociale”. La comunità internazionale, ha avvertito, deve sempre usufruire di questo
“tesoro di valori comuni”, poiché lo sviluppo può essere “autentico e duraturo” soltanto
se viene alimentato da uno spirito di cooperazione e dalla volontà di “condividere
le risorse tecniche e professionali”. Benedetto XVI non ha mancato infine di riconoscere
il ruolo e i risultati conseguiti dalla FAO nella lotta alla fame, augurandosi che
possa continuare proficuamente il suo lavoro anche nel futuro.