La 94.ma plenaria dei vescovi del Cile ha rieletto presidente mons. Alejandro Goic
Karmelic
Mons. Alejandro Goic Karmelic, vescovo di Rancagua, è stato rieletto per un secondo
triennio presidente della Conferenza Episcopale del Cile (CECH); vicepresidente è
stato riconfermato mons. Gonzalo Duarte García de Cortázar, vescovo di Valparaíso.
Riuniti a Punta de Tralca fino a domani per la 94 ma Assemblea Plenaria, i presuli
cileni stanno elaborando gli Orientamenti Pastorali per il periodo 2008-2012, riflettendo
su diversi temi della realtà ecclesiale e nazionale. I lavori si sono aperti lunedì
scorso con una Santa Messa presieduta dal Nunzio Apostolico, mons. Aldo Cavalli, che
è stata anche il suo congedo ufficiale dal Cile perché nominato Nunzio Apostolico
in Colombia. I vescovi ha anche eletto i membri del Comitato Permanente della Conferenza
episcopale, organismo che si preoccupa di rendere esecutive le determinazioni dell’Assemblea
Plenaria, e i delegati al Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio che si svolgerà nell’ottobre
2008. Ad impegnare i presuli, in questi giorni, inoltre la redazione della Lettera
Pastorale rivolta a tutti quelli che abitano nelle zone rurali e lavorano la terra,
che sarà pubblicata, con la firma del presidente dell’Istituto Nazionale di Pastorale
Rurale (INPRU), mons. Enrique Troncoso Troncoso, vescovo di Melipilla, il 12 dicembre
prossimo, nella festa di Nostra Signora di Guadalupe. Per la preparazione del documento,
ha spiegato mons. Goic, si sono svolti degli incontri con quanti lavorano la terra,
sono state ascoltate le loro gioie e le loro pene, le grandi preoccupazioni davanti
a tanti cambiamenti della vita per il lavoro nelle campagne, le speranze, le perplessità
e l’impotenza davanti a situazioni ingiuste che persistono: a tali difficoltà cercherà
di dare risposta il documento. Dall’ultima Lettera diretta agli uomini del mondo rurale,
nel 1993, ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale, “abbiamo vissuto
un periodo di grandi cambiamenti che toccano tutti gli aspetti della vita”, tra cui
la globalizzazione che ha cambiato il modo di produzione e commercializzazione agraria,
i cambiamenti nell’agricoltura tradizionale, le differenze persistenti tra grandi
e piccoli produttori, l’emigrazione dei giovani dalle campagne che debilita la vita
familiare. Per dare nuove risposte, ha concluso il presule bisogna però essere attenti
a questi valori: la dignità di ogni persona umana; la solidarietà che deve essere
la base delle relazioni, tanto nel mondo rurale come in tutta la società; il principio
di sussidiarietà per il quale si stima l’apporto originale proprio di ogni persona
ed organizzazione; il bene comune ed il destino universale dei beni, proteggendo i
diritti dei più poveri e sofferenti.(T.C.)