Ban Ki-moon: assicurare la protezione dei civili nelle zone di guerra attraverso la
creazione di un gruppo di lavoro
I Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono chiamati a rispettare gli
impegni presi nel World Summit del 2005 quando si parlava della necessità di difendere
i diritti umani di tutti in particolare delle vittime del terrorismo assicurando loro
“l’assistenza per facilitarne la reintegrazione nella società”. Così il segretario
generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato a creare un gruppo di lavoro
per la protezione dei civili nelle zone di guerra alla luce dell’alto numero di morti
nei Paesi e nelle aree di conflitto. Il numero uno del Palazzo di Vetro ha citato,
nel corso di un dibattito a New York, scenari difficili come il Sudan, la Somalia,
l’Afghanistan e l’Iraq, portando all’attenzione la situazione dei minori che è “particolarmente
drammatica”. Secondo quanto riferisce l'Agenzia Misna, nei giorni scorsi, Ban Ki-moon
aveva presentato al Consiglio un rapporto sulla protezione dei civili nei teatri di
guerra in cui denunciava “la spaventosa ferocia” perpetrata “in un clima di totale
impunità”. Citando l’esempio di Paesi come l’Afghanistan ma anche la Repubblica Democratica
del Congo ha parlato della tendenza a bersagliare i civili “con l’obiettivo di destabilizzare
e spingere alla fuga centinaia di migliaia di persone”. Infine aveva riferito del
crescente numero di violenze sessuali contro donne, bambini, ma anche uomini “è la
prima dimostrazione del nostro collettivo fallimento - sosteneva Ban Ki-moon- nell’assicurare
efficace protezione ai civili presenti negli scenari di conflitto”.(B.C.)