Il rapporto di OXFAM denuncia che gli aiuti per il popolo afgano vengono in parte
assorbiti dagli stipendi per dipendenti stranieri
Gran parte dei 15 miliardi di dollari inviati in Afghanistan negli ultimi sei anni
sono risultati inefficaci nel sostenere le necessità umanitarie del popolo afgano.
Molti degli aiuti internazionali destinati alle esigenze della popolazione civile
sono stati assorbiti dai salari di dipendenti e consulenti di organizzazioni straniere
operative nel Paese. E’ quanto si legge in un rapporto pubblicato dall’OXFAM, ONG
britannica sottoposta nei giorni scorsi ad una Commissione di indagine parlamentare
della Camera di Londra. Nel documento – riferisce l’agenzia Misna _ si afferma che
“il salario di un consulente straniero inviato nel Paese asiatico può raggiungere
la cifra di mezzo milione di dollari l’anno”. Si denuncia poi “un coordinamento carente
tra i Paesi donatori” e la “mancanza di risorse e di trasparenza nelle istituzioni
governative che gestiscono gli aiuti”. Il rapporto fa anche notare che le spese sostenute
per rilanciare l’economia afgana “scompaiono di fronte alle cifre stanziate per contrastare
i talebani”: l’esercito americano – si legge nel rapporto – spende 65 mila dollari
al minuto. Si rileva infine un “significativo” peggioramento della sicurezza: secondo
stime dell’ONU c’è stato quest’anno un incremento del 20% degli attacchi rispetto
al 2006 e un aumento delle vittime civili. (A.L.)