Il cardinale Rodriguez Maradiaga alla plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia
e Pace: non è assoluto il diritto alla proprietà privata
Il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, ha
aperto stamani in Vaticano il secondo e ultimo giorno dei lavori della plenaria del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace: al centro dell'assemblea il tema
dello sviluppo a 40 anni dall'Enciclica di Paolo VI Populorum Progressio. Il servizio
di Paolo Scappucci:
Il cardinale
Rodriguez Maradiaga ha ribadito il carattere non assoluto della proprietà privata,
il primato del lavoro sul capitale e il compito insostituibile del settore agricolo,
indicando poi nell'educazione liberatrice, nell'integrazione dei Paesi e nella cooperazione
internazionale gli strumenti indispensabili per un nuovo ordine economico ed un autentico
sviluppo.
Nell’evidenziare l’attualità della Enciclica
di Paolo VI, il professor Enrique Colom, della Pontificia Università della Santa Croce
in Roma, ha sottolineato l’imprescindibile dimensione morale dello sviluppo, che implica
la necessità di elaborare modelli basati sulla verità integrale dell’uomo, rispettosi
della dignità della persona, della creatività umana e dell’appartenenza di ogni uomo
ad una propria cultura. Di conseguenza la cooperazione internazionale, indispensabile
per lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, richiede che, al di sopra della
stretta logica del mercato, vi sia la consapevolezza del dovere della solidarietà,
della giustizia sociale e della carità universale.
Per
il professor Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna, non è accettabile l’idea
che al sottosviluppo non ci sono alternative, perché la fame e la povertà possono
essere sconfitte. Esse sono sempre esistite ma oggi risultano scandalose, perché non
necessarie e costituiscono il fallimento non della produzione ma delle istituzioni
economico-sociali che non funzionano come dovrebbero.
Dall’arcivescovo
congolese di Kisangani, mons. Laurent Monsengwo Pasinya è giunto alla plenaria di
Giustizia e Pace il grido dell’Africa insanguinata da laceranti conflitti e desiderosa
di pace, un continente che non produce armi ed è invaso dal traffico incontrollato
di ogni sorta di armamenti, che assiste impotente al dramma di bambini-soldato e aspira
ardentemente al compiersi del profetico “forgiare le spade in aratri e le lance in
falci”.
Dal canto suo, il professor Silvio Marcus-Helmons,
emerito dell’Università Cattolica di Lovanio, ribadendo che non può darsi autentica
ricerca della giustizia né stabile salvaguardia della pace senza un rigoroso rispetto
dei diritti umani, ha auspicato che il Pontificio Consiglio si faccia promotore di
un lavoro approfondito di sensibilizzazione ai diritti umani stessi attraverso l’insegnamento,
da realizzarsi anzitutto nelle scuole cattoliche già a livello primario, ma poi ampiamente
a livello di studi secondari.
Con una solenne concelebrazione
eucaristica a Santa Maria in Trastevere si conclude stasera la plenaria e comincia
domani pomeriggio all’Hotel Ergife di Roma il II Congresso mondiale degli organismi
ecclesiali operanti per la giustizia e la pace sul tema: “ 40.mo della Populorum
Progressio: lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”, cui partecipano oltre
300 delegati da più di 80 Paesi dei cinque continenti.