All'udienza generale, appello di Benedetto XVI alla solidarietà con la Somalia, in
crisi umanitaria e sociale. La catechesi dedicata al monaco siriaco Afraate, vissuto
nel IV secolo
Un appello per la crisi sociale e umanitaria, che da settimane ha riportato la Somalia
ai suoi giorni più oscuri, e un invito a vivere una “carità sincera”, quella che nasce
dalla fede in Cristo. Sono i due estremi che hanno racchiuso l’udienza generale di
questa mattina in Piazza San Pietro. Benedetto XVI ha dedicato la catechesi alle Chiese
cristiane siriache del quarto secolo e in particolare all’esperienza di un monaco
dell’epoca, Afraate, detto il “Saggio”. Ce ne parla Alessandro De Carolis:
Il “digiuno
dalle parole vane”, per far spazio alle parole della preghiera rende il cuore dell’uomo
aperto alla “carità sincera”. L’insegnamento di un “saggio” monaco, Afraate, vissuto
1700 anni fa nella regione che corrisponde oggi all’Iraq e ricordato da Benedetto
XVI all’inizio dell’udienza generale si lega strettamente con l’appello alla solidarietà
che chiude l’incontro del Papa con i circa 30 mila fedeli in Piazza San Pietro. Appello
che in questa circostanza richiama l’attenzione internazionale su una delle tante
crisi dimenticate dell’Africa, quella in Somalia, da dove - dice Benedetto XVI – “giungono
dolorose notizie circa la precaria situazione umanitaria”, specialmente da Mogadiscio,
“sempre più afflitta dall’insicurezza sociale e dalla povertà”:
“Seguo
con trepidazione l’evolversi degli eventi e faccio appello a quanti hanno responsabilità
politiche, a livello locale e internazionale, affinché si trovino soluzioni pacifiche
e si rechi sollievo a quella cara popolazione. Incoraggio, altresì, gli sforzi di
quanti, pur nell’insicurezza e nel disagio, rimangono in quella regione per portare
aiuto e sollievo agli abitanti”.
Per un cristiano,
la solidarietà è frutto di un cuore che ama il prossimo secondo il comandamento di
Gesù. Fede e carità sono dunque strettamente interconnesse e Benedetto XVI lo ha ricordato
con le parole del monaco Afraate, figlio di quelle Chiese cristiane siriache dei primi
secoli non influenzate dal mondo greco ma strettamente legate e “fedeli alla tradizione
giudeo-cristiana”. Anche perché, in quelle comunità, lingua e tradizioni sono di orgine
semitica, identiche cioè all’ebraico della Bibbia o all’aramaico parlato da Gesù:
"Spesso in Afraate la vita cristiana viene presentata
in una chiara dimensione ascetica e spirituale: la fede ne è la base, il fondamento;
essa fa dell’uomo un tempio dove Cristo stesso abita. La fede quindi rende possibile
una carità sincera, che si esprime nell’amore verso Dio e verso il prossimo". Negli
scritti del monaco Afraate, ha proseguito il Pontefice, si affrontano i temi principali
della vita cristiana: la preghiera - che, dice, “si realizza quando Cristo abita nel
cuore del cristiano” - ma anche l’amore, la fede, il digiuno, la corporeità umana,
considerata in una “positiva visione” di bellezza. Ma è uno di questi temi, l’umiltà,
a stimolare ampiamente la riflessione dell’antico asceta, che ne tesse un profondo
elogio:
"Per Afraate la vita cristiana è incentrata
nell’imitazione Cristo, nel prendere il suo giogo e nel seguirlo sulla via del Vangelo.
Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l’umiltà. Essa non è un
aspetto secondario nella vita spirituale del cristiano: la natura dell’uomo è umile,
ed è Dio che la esalta alla sua stessa gloria (...) Restando umile, anche nella realtà
terrena in cui vive, il cristiano può entrare in relazione col Signore".
Benedetto
XVI ha concluso l’udienza con i consueti saluti in varie lingue ai gruppi di pellegrini
nella Piazza. Un pensiero particolare del Papa è andato alle partecipanti al Capitolo
generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo–Scalabriniane, esortate ad
essere “generose dispensatrici di speranza, di solidarietà e di comunione”. E un successivo
cenno del Papa ha riguardato i membri dell’emittente italiana Radio Mater di Erba:
“Esprimo apprezzamento - ha detto loro il Pontefice - per il servizio ecclesiale che
svolgono diffondendo la devozione verso la Vergine Santa”.