Allarme delle organizzazioni per i diritti umani: nello Sri Lanka continuano le sparizioni
e gli omicidi extra-giudiziali
Nel conflitto in atto fra esercito e ribelli, si stanno utilizzando tutte le armi
a disposizione, con gravi abusi per i diritti umani fondamentali di ogni individuo:
a lanciare l’allarme sono le organizzazioni per i diritti umani, le associazioni della
società civile, gli istituti e gli enti religiosi che operano in Sri Lanka. Le Chiese
cristiane – riferisce l’agenzia Fides - che offrono assistenza sanitaria e aiuti umanitari,
mettendo a disposizione risorse, strutture e personale, soprattutto per la difesa
e la cura dei più deboli, hanno rilanciato la loro richiesta alla comunità internazionale
di non dimenticare la travagliata isola del subcontinente indiano. Intanto, nel Paese
– affermano le organizzazioni per i diritti umani attive in Sri Lanka - prosegue e
si allunga drammaticamente la scia di sangue fatta di improvvise sparizioni e di omicidi
extragiudiziali che nell’ultimo mese hanno colpito 53 civili. Un dato, questo, diffuso
dalla “Commissione Asiatica per i Diritti umani”, che raccoglie testimonianze e prove
attraverso un forum di organizzazioni sparse sul territorio dell’isola. Sotto accusa
è l’esercito dello Sri Lanka, impegnato in operazioni definite “anti-terrorismo”,
che non risparmiano i civili o le persone sospettate di sostenere il fronte tamil.
Ma anche sui guerriglieri tamil pesano le accuse di continuare a reclutare "bambini
soldato", di terrorizzare i civili nella aree tamil con intimidazioni, sequestri di
beni, proprietà e case. La comunità internazionale, nelle scorse settimane, aveva
già lanciato l’allarme attraverso il rapporto di Louise Harbour, inviato speciale
dell’ONU per i Diritti umani in Sri Lanka, che sottolineava il tasso di impunità per
le violenze perpetrate nell'isola. L’inviato ha affermato che le responsabilità sono
di entrambe le parti - settori dell’esercito e ribelli - ritenendo un intervento
nel Paese sempre più urgente. (A.L.)