2007-11-19 15:30:32

Kosovo. Thaci reclama l'indipendenza per la provincia


Il vincitore delle elezioni in Kosovo, il leader del PDK, Hashim Thaci, ha ribadito oggi che l’unica strada possibile per la provincia serba a maggioranza albanese è quella dell’indipendenza. Dichiarazioni che hanno allarmato la Serbia; il ministro per la questione kosovara, Slobodan Samardzic, ha, infatti, precisato che una “eventuale proclamazione di indipendenza non rappresenterebbe il capitolo finale della dissoluzione dell’ex Jugoslavia, ma quello iniziale di un nuovo ciclo di disintegrazione e secessioni nei Balcani”. Prudenza è stata sollecitata a Thaci pure dai ministri degli Esteri dell’Unione Europea. Klaudia Bumci ha chiesto un commento sul risultato delle elezioni di sabato a Francesco Martino, corrispondente di Osservatorio Balcani, e a mons. Dode Gjergji, vescovo dell’amministrazione apostolica di Prizren. Iniziamo con Francesco Martino:RealAudioMP3


R. – Sicuramente credo che si possa interpretare il risultato come una vittoria dell’opposizione. Credo che ci sia stanchezza in Kosovo rispetto alla classe politica che nel bene e nel male, ha governato in questi anni e quindi è un segnale chiaro di una volontà di cambiamento. Quanto influisca la comunità internazionale su queste elezioni, è una domanda aperta. Io credo che il fattore principale sia, appunto, questa stanchezza rispetto all’incapacità di risolvere i problemi della quotidianità, più che invece i temi legati allo status futuro. Perché da quel punto di vista tutti i partiti dello spettro politico albanese-kosovaro sono sempre stati chiari sulla richiesta d’indipendenza.

 
D. – Mons. Dode Gjergji, con i risultati attuali è possibile una convivenza tra serbi e albanesi?

 
R. – Penso che la situazione attuale sia una situazione molto buona e stabile perché per il nostro popolo i politici hanno dimostrato la voglia e la responsabilità di andare verso un futuro di convivenza nella pace. Noi siamo molto rattristati per il fatto che i nostri concittadini serbi, dopo otto anni, ancora non hanno scelto di condividere il loro futuro con noi e convivere insieme.
 
Iraq. Tre bambini sono morti e altri quattro sono rimasti feriti in seguito all'esplosione di un ordigno in un campetto di calcio nella città di Baquba, ad una sessantina di km, a nord di Baghdad. Lo hanno reso noto ieri sera fonti di polizia. Altre fonti citate dall’agenzia Nina parlano, invece, di un’esplosione stamane al passaggio di una pattuglia americana, accanto ad un campetto di calcio dove stavano giocando alcuni bambini. Forze americane non hanno ancora commentato l'accaduto, ma ieri avevano reso nota la morte di tre marines a Baquba, in seguito ad un attentato suicida. Non è chiaro se si tratti dello stesso attacco in cui sono morti i tre bambini.

Afghanistan. Sette persone uccise e altre 14 ferite in un attentato suicida nel sud ovest dell'Afghanistan. Un kamikaze si è fatto saltare in aria davanti alla sede del governo della provincia di Nimroz, al confine con l'Iran. “Sei delle mie guardie del corpo e mio figlio sono morti nell'attacco”, ha annunciato lo stesso governatore provinciale, Ghulam Dastageer, precisando di essere lui l'obiettivo dei terroristi. Sempre stamani, attentato sventato invece a Kabul: un kamikaze imbottito di esplosivo è stato arrestato mentre tentava di salire su un automezzo dell'esercito. A Kabul, ci sono già stati tre attacchi suicidi diretti contro le forze dell'ordine avvenuti con modalità simili.

Pakistan. La Corte suprema pakistana ha respinto cinque dei sei ricorsi presentati dall'opposizione contro la rielezione, il 6 ottobre scorso, del presidente Musharraf. Il sesto sarà esaminato alla fine della settimana. Musharraf, che ha epurato la Corte Suprema dai giudici a lui ostili quando ha imposto lo stato di emergenza il 3 novembre, ha promesso di dare le dimissioni da capo dell'esercito una volta che la Corte abbia dato il via libera alla sua rielezione come capo dello Stato. Le opposizioni avevano presentato ricorso contro la decisione di Musharraf di candidarsi alle elezioni restando capo dell'esercito. La Corte suprema aveva acconsentito alla candidatura e alle elezioni, ma in attesa di un suo pronunciamento sui ricorsi, la vittoria di Musharraf era rimasta in sospeso. In ogni caso, domani il presidente pakistano è atteso in Arabia Saudita per il suo primo viaggio all'estero dalla proclamazione dello stato di emergenza nel suo Paese. Secondo notizie di agenzia, Musharraf incontrerà re Abdallah per esaminare le relazioni bilaterali e la congiuntura regionale e internazionale. L'oppositore ed ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif vive in esilio in Arabia Saudita.

Medio Oriente. Nell'ultima seduta di governo, prima della Conferenza di pace di Annapolis, il premier israeliano, Ehud Olmert, si è oggi pubblicamente impegnato a congelare le colonie ebraiche in Cisgiordania, in conformità con gli impegni assunti quattro anni fa: “Israele non costruirà nuovi insediamenti nella Giudea-Samaria (Cisgiordania) e non confischerà terre.” Inoltre, il governo di Ehud Olmert ha approvato oggi la liberazione di 450 detenuti palestinesi, proprio in vista della Conferenza di Annapolis. In precedenza, il presidente palestinese, Abu Mazen, aveva chiesto la liberazione di 2000 palestinesi detenuti in Israele per reati compiuti nel contesto della Intifada. Secondo la stampa, complessivamente ci sono oggi in Israele circa 10 mila detenuti palestinesi legati a vicende di intifada.

Questione nucleare. La Cina ha giustificato con non meglio precisati “motivi tecnici”, e non politici, la sua indisponibilità a partecipare alla riunione del gruppo '5+1' (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU più la Germania) prevista per oggi e dedicata alle sanzioni all'Iran. Riunione che di conseguenza è saltata. Rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Germania e Cina avrebbero dovuto riunirsi oggi per valutare il rapporto dell'AIEA, l'agenzia dell'ONU sull'energia atomica, realtivo al programma nucleare di Teheran, che l'Occidente ritiene nasconda finalità belliche. A indurre Pechino a non partecipare, come comunicato venerdì scorso, “non è stato un problema politico, ma una questione tecnica”, ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Liu Jianchao, rispondendo a indiscrezioni secondo cui la Cina si opporrebbe a nuove sanzioni contro Teheran. Liu ha comunque aggiunto che l'Iran dovrebbe considerare seriamente e rispondere in maniera positiva a queste preoccupazioni internazionali''.

Chavez a Teheran. Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, è arrivato a Teheran per una breve visita, durante la quale incontrerà il suo omologo iraniano, Mahmud Ahmadinejad, con il quale ha legami privilegiati di amicizia. Lo rivela l'agenzia iraniana Fars. Chavez proveniva dalla capitale saudita Riad, dove ha partecipato al vertice del fine settimana dell'OPEC, l'Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, e ripartirà dall'Iran nel pomeriggio. Il presidente venezuelano è accompagnato da cinque ministri, fra cui quelli agli Esteri, al Petrolio e all'Industria. Il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica, Mohammad Ali Hosseini, ha precisato che nella sua visita, la quarta in Iran dall'elezione di Ahmadinejad a presidente nel 2005, Chavez firmerà anche un non meglio accordo “industriale” bilaterale. I presidenti di Iran e Venezuela, entrambi Paesi membri dell'OPEC, hanno cementato il loro rapporto di amicizia e di alleanza con la comune ostilità agli Stati Uniti e a quello che hanno definito più volte “il suo ''imperialismo”.

IRAN - appello del Premio Nobel. L'iraniana Shirin Ebadi, avvocato per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace, ha chiesto che l'Iran sospenda la sua attività nucleare che tanti sospetti desta in Occidente. “L'Iran dovrebbe rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che vuol dire sospendere l'arricchimento dell'uranio e risolvere la disputa (sul nucleare) attraverso il dialogo”, ha detto la Ebadi ai giornalisti. Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha bollato coloro che criticano il programma nucleare di Teheran o chiedono di sospendere l'arricchimento dell'uranio come “traditori”. Intanto, l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della UE, Javier Solana, spera che i negoziatori iraniani sul nucleare “troveranno il tempo” per un incontro questa settimana, prima del rapporto che deve essere presentato entro la fine del mese. Lo dice ai giornalisti sottolineando di dover presentare entro novembre un rapporto ai sei Paesi (USA, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania) che stanno negoziando il dossier nucleare.

Italia. Sarà ufficializzata oggi la nascita del Partito del popolo delle libertà, nel quale confluirà Forza Italia. L’annuncio ieri a sorpresa è stato fatto da Silvio Berlusconi che a Milano ha chiuso la raccolta di firme per chiedere le dimissioni del governo Prodi. La decisione dell’ex premier rimescola le carte della politica italiana. Ma raccoglie i commenti negativi dei suoi stessi alleati di centrodestra, oltre che del leader del Partito democratico, Veltroni. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


Se ne era parlato quest’estate, poi il progetto era stato accantonato. Ieri la brusca accelerazione di Berlusconi, con l'annuncio della nascita del partito del popolo delle libertà, che sarà formalizzata già oggi. E' questa la risposta dell'ex premier a tutti coloro i quali, alleati e avversari, chiedevano una svolta dell'opposizione dopo il sì del Senato alla Finanziaria, che ha registrato la tenuta della maggioranza. Ma, secondo Berlusconi, i malumori dei centristi dell'Unione, primo tra tutti Dini, dimostrano che questo centrosinistra è comunque imploso. E ieri sera, l'ex premier ha fatto sapere che in tre giorni Forza Italia ha raccolto 7 milioni di firme per chiedere le dimissioni del governo Prodi, e la metà sono di elettori non di centrodestra. L’annuncio del nuovo partito è accompagnato da una parziale apertura al dialogo sulle riforme, a partire dalla nuova legge elettorale. E ora Berlusconi sembra sposare il sistema proporzionale alla tedesca. Immediate le reazioni. Intanto quelle degli alleati. Fini, AN, boccia senza appello il progetto e definisce plebiscitario e confuso il modo in cui è stata presentato. Bossi, Lega, parla di un favore a Prodi. Casini, UDC, ribadisce: non serve propaganda ma iniziativa politica con un governo di transizione che porti a nuove elezioni. Commenti naturalmente anche dalla maggioranza. Per il segretario del PD, Veltroni, la nuova iniziativa di Berlusconi è forse il riconoscimento della sconfitta sulla Finanziaria. Veltroni rimarca la differenza tra il partito annunciato in piazza da Berlusconi e quello democratico, nato al termine di un lungo percorso e passato attraverso un serrato dibattito e le primarie. La mossa di Berlusconi sembra aver spiazzato anche gli osservatori politici. E ora, il duello tra i due nuovi partiti sarà sulla capacità di attrarre il voto moderato, come sempre decisivo per decretare le vittorie elettorali. Ma prima ancora, il banco di prova sarà la capacità di confrontarsi sulle riforme, così come da tempo sollecitato dal capo dello Stato. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)
 
Bimbo rom muore in incendio a Bologna. “Sono profondamente addolorato per quanto accaduto a Bologna”. Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, dopo aver appreso dell'incendio costato la vita stanotte a un bambino di quattro anni di etnia rom in un insediamento abusivo alla periferia ovest di Bologna, nei pressi dell'aeroporto Guglielmo Marconi. Altri quattro, tra bambini e ragazzi, sono rimasti feriti e un bimbo sembra sia in condizioni molto gravi. “Episodi come questo - ha affermato Prodi - devono farci riflettere sulle precarie condizioni in cui si trovano a vivere persone che vivono e lavorano nel nostro Paese”.

Sciopero trasporti in Francia. Comincia il sesto giorno di sciopero nei trasporti pubblici francesi, che prosegue a oltranza anche in oggi. Si annunciano ancora notevoli disagi per il traffico ferroviario in tutto il Paese e per il metro di Parigi, ma i sindacati della SNCF hanno accettato ieri, per la prima volta, di sedersi al tavolo del negoziato, lasciando intravedere una possibile uscita dalla crisi. Nel sesto giorno della protesta contro la riforma dei regimi speciali delle pensioni, tuttavia, sarà più facile spostarsi sulle lunghe distanze rispetto all'inizio dell'agitazione. La SNCF prevede che circoleranno 300 TGV (i treni ad alta velocità) su 650 previsti e circa la metà dei treni regionali. Andrà peggio a Parigi, dove anche questa mattina nel metro circola un treno su cinque.

Arrestato ex presidente Khmer rossi. In Cambogia, la polizia ha arrestato l'ex presidente dei Khmer rossi, Khieu Samphan, 76 anni, il quinto componente del gruppo più vicino a Pol Pot ad essere messo alle strette dal Tribunale speciale patrocinato dalle Nazioni Unite. Il leader della guerriglia, educato in Francia, è stato prelevato da un ospedale della capitale Phnom Penh dove era ricoverato dopo una crisi ipertensiva. Stretto confidente di Pol Pot, Khieu Samphan ha sempre negato di essere a conoscenza di alcuna atrocità commessa dai Khmer rossi durante i quattro anni di regime, dal 1975 al 1979. Si stima che 1,7 milioni di persone siano state giustiziate o siano morte per torture, malattie o di fame durante la rivoluzione ultra-maoista. Khieu Samphan, che fino a una settimana fa viveva libero nella regione nord-orientale di Pailin, ex bastione dei Khmer Rossi, è il quinto gerarca dell'ex regime ultra-maoista a comparire davanti al tribunale ONU, costituito per metà da giudici internazionali e per metà da giudici cambogiani proprio per giudicare i responsabili del genocidio. Gli altri sono Kang Kek Ieu, che dirigeva la famigerata prigione Tuol Sleng di Phnom Penh; l'ex braccio destro di Pol Pot, Nuon Chea; l'ex ministro degli Esteri, Ieng Sary, e sua moglie, Ieng Thirith, ex ministro degli Affari sociali. L'ex capo del regime dei Khmer Rossi, Pol Pot, è morto di malattia nel 1998.
 
Birmania. I ministri degli Esteri della UE hanno oggi confermato l'adozione di sanzioni contro la Birmania e hanno chiesto al governo birmano di “togliere tutte le restrizioni di cui è oggetto Daw Aung San Suu Kyi”, per consentire alla leader dell'opposizione “di partecipare pienamente al processo di riconciliazione nazionale”. La richiesta è contenuta nelle conclusioni approvate oggi al Consiglio Esteri dell'Unione, in cui i ministri si felicitano anche per la nomina dell’italiano Piero Fassino a inviato speciale della UEe per la Birmania. Le sanzioni includono l'embargo per quanto riguarda le pietre preziose, il legno e i metalli birmani; il divieto di esportazione di macchinari per la produzione di questi prodotti e il divieto di ingresso nella comunità europea di decine di persone legate alla giunta militare di Rangoon. L'UE tiene aperta la porta ad un rafforzamento supplementare delle misure, legandola però agli sviluppi della situazione politica. Ribadendo la propria preoccupazione, i ministri hanno chiesto “ancora una volta al governo di questo Paese di prendere misure concrete per rispondere alle inquietudini della popolazione e della comunità internazionale”. La UE chiede la fine degli arresti, la liberazione dei prigionieri politici e l'avvio di una fase di riconciliazione. Se la situazione migliorasse, l'Unione Europea si dichiara pronta “a rivedere le misure restrittive, a cooperare con la Birmania allo sviluppo del Paese e a trovare nuovi campi di cooperazione”. La leader dissidente, Nobel per la Pace, 62 anni, è agli arresti domiciliari dal 2003 ed ha passato agli arresti o i carcere 12 degli ultimi 18 anni.

Papua Nuova Guinea. E' salito a 71 morti e almeno 55 dispersi il bilancio delle vittime per le forti piogge che hanno flagellato per sette giorni consecutivi la ragione orientale di Papua Nuova Guinea, nel Pacifico. Il governo di Port Moresby ha decretato lo stato di emergenza e ha approvato l'uso dei militari per le operazioni di soccorso. Migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare i loro villaggi nella provincia di Oro, dopo che il livello dell'acqua è salito di 3 metri e mezzo, spazzando via ponti, strade, e centinaia di abitazioni. La cittadina di Popondetta, capitale della provincia di Oro, è stata descritta come un'isola nell'acqua, senza più ponti o strade. Da venerdì sera, il bilancio dei morti è passato da tre ad almeno 71, ma la protezione civile, che domenica ha iniziato a perlustrare la zona a bordo di elicotteri, teme che il conteggio sia tutt'altro che terminato. Il reverendo anglicano Glenn Bujis, che ha visitato la zona, ha detto che “alberi e rami spezzati sono stati trascinati a valle dalla forza torrenziale dell'acqua, seppellendo interi villaggi sotto due o tre metri di detriti”. Secondo Bujis, “il conteggio di morti e feriti è ancora approssimativo”. Copland Gewa, coordinatore dei soccorsi, ha dichiarato che sarebbero 7 0mila le persone che hanno subito danni dalle piogge, iniziate una settimana fa in seguito al ciclone Guba, che si è ora spostato nel nord dell'Australia. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 323

 

 
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