Italia: centrodestra diviso sul nuovo partito di Berlusconi
Sarà ufficializzata oggi la nascita del Partito del popolo delle libertà, nel quale
confluirà Forza Italia. L’annuncio ieri a sorpresa è stato fatto da Silvio Berlusconi
che a Milano ha chiuso la raccolta di firme per chiedere le dimissioni del governo
Prodi. La decisione dell’ex premier rimescola le carte della politica italiana. Ma
raccoglie i commenti negativi dei suoi stessi alleati di centrodestra, oltre che del
leader del Partito democratico, Veltroni. Il servizio di Giampiero Guadagni:
Se
ne era parlato quest’estate, poi il progetto era stato accantonato. Ieri la brusca
accelerazione di Berlusconi, con l'annuncio della nascita del partito del popolo delle
libertà, che sarà formalizzata già oggi. E' questa la risposta dell'ex premier a tutti
coloro i quali, alleati e avversari, chiedevano una svolta dell'opposizione dopo il
sì del Senato alla Finanziaria, che ha registrato la tenuta della maggioranza. Ma,
secondo Berlusconi, i malumori dei centristi dell'Unione, primo tra tutti Dini, dimostrano
che questo centrosinistra è comunque imploso. E ieri sera, l'ex premier ha fatto sapere
che in tre giorni Forza Italia ha raccolto 7 milioni di firme per chiedere le dimissioni
del governo Prodi, e la metà sono di elettori non di centrodestra. L’annuncio del
nuovo partito è accompagnato da una parziale apertura al dialogo sulle riforme, a
partire dalla nuova legge elettorale. E ora Berlusconi sembra sposare il sistema proporzionale
alla tedesca. Immediate le reazioni. Intanto quelle degli alleati. Fini, AN, boccia
senza appello il progetto e definisce plebiscitario e confuso il modo in cui è stata
presentato. Bossi, Lega, parla di un favore a Prodi. Casini, UDC, ribadisce: non serve
propaganda ma iniziativa politica con un governo di transizione che porti a nuove
elezioni. Commenti naturalmente anche dalla maggioranza. Per il segretario del PD,
Veltroni, la nuova iniziativa di Berlusconi è forse il riconoscimento della sconfitta
sulla Finanziaria. Veltroni rimarca la differenza tra il partito annunciato in piazza
da Berlusconi e quello democratico, nato al termine di un lungo percorso e passato
attraverso un serrato dibattito e le primarie. La mossa di Berlusconi sembra aver
spiazzato anche gli osservatori politici. E ora, il duello tra i due nuovi partiti
sarà sulla capacità di attrarre il voto moderato, come sempre decisivo per decretare
le vittorie elettorali. Ma prima ancora, il banco di prova sarà la capacità di confrontarsi
sulle riforme, così come da tempo sollecitato dal capo dello Stato. (Per la Radio
Vaticana, Giampiero Guadagni)
Bimbo rom muore in incendio a Bologna. “Sono
profondamente addolorato per quanto accaduto a Bologna”. Lo ha detto il presidente
del Consiglio italiano, Romano Prodi, dopo aver appreso dell'incendio costato la vita
stanotte a un bambino di quattro anni di etnia rom in un insediamento abusivo alla
periferia ovest di Bologna, nei pressi dell'aeroporto Guglielmo Marconi. Altri quattro,
tra bambini e ragazzi, sono rimasti feriti e un bimbo sembra sia in condizioni molto
gravi. “Episodi come questo - ha affermato Prodi - devono farci riflettere sulle
precarie condizioni in cui si trovano a vivere persone che vivono e lavorano nel nostro
Paese”.
Sciopero trasporti in Francia. Comincia il sesto giorno di sciopero
nei trasporti pubblici francesi, che prosegue a oltranza anche in oggi. Si annunciano
ancora notevoli disagi per il traffico ferroviario in tutto il Paese e per il metro
di Parigi, ma i sindacati della SNCF hanno accettato ieri, per la prima volta, di
sedersi al tavolo del negoziato, lasciando intravedere una possibile uscita dalla
crisi. Nel sesto giorno della protesta contro la riforma dei regimi speciali delle
pensioni, tuttavia, sarà più facile spostarsi sulle lunghe distanze rispetto all'inizio
dell'agitazione. La SNCF prevede che circoleranno 300 TGV (i treni ad alta velocità)
su 650 previsti e circa la metà dei treni regionali. Andrà peggio a Parigi, dove anche
questa mattina nel metro circola un treno su cinque.
Arrestato ex presidente
Khmer rossi. In Cambogia, la polizia ha arrestato l'ex presidente dei Khmer rossi,
Khieu Samphan, 76 anni, il quinto componente del gruppo più vicino a Pol Pot ad essere
messo alle strette dal Tribunale speciale patrocinato dalle Nazioni Unite. Il leader
della guerriglia, educato in Francia, è stato prelevato da un ospedale della capitale
Phnom Penh dove era ricoverato dopo una crisi ipertensiva. Stretto confidente di Pol
Pot, Khieu Samphan ha sempre negato di essere a conoscenza di alcuna atrocità commessa
dai Khmer rossi durante i quattro anni di regime, dal 1975 al 1979. Si stima che 1,7
milioni di persone siano state giustiziate o siano morte per torture, malattie o di
fame durante la rivoluzione ultra-maoista. Khieu Samphan, che fino a una settimana
fa viveva libero nella regione nord-orientale di Pailin, ex bastione dei Khmer Rossi,
è il quinto gerarca dell'ex regime ultra-maoista a comparire davanti al tribunale
ONU, costituito per metà da giudici internazionali e per metà da giudici cambogiani
proprio per giudicare i responsabili del genocidio. Gli altri sono Kang Kek Ieu, che
dirigeva la famigerata prigione Tuol Sleng di Phnom Penh; l'ex braccio destro di Pol
Pot, Nuon Chea; l'ex ministro degli Esteri, Ieng Sary, e sua moglie, Ieng Thirith,
ex ministro degli Affari sociali. L'ex capo del regime dei Khmer Rossi, Pol Pot, è
morto di malattia nel 1998.
Birmania. I ministri degli Esteri della UE
hanno oggi confermato l'adozione di sanzioni contro la Birmania e hanno chiesto al
governo birmano di “togliere tutte le restrizioni di cui è oggetto Daw Aung San Suu
Kyi”, per consentire alla leader dell'opposizione “di partecipare pienamente al processo
di riconciliazione nazionale”. La richiesta è contenuta nelle conclusioni approvate
oggi al Consiglio Esteri dell'Unione, in cui i ministri si felicitano anche per la
nomina dell’italiano Piero Fassino a inviato speciale della UEe per la Birmania. Le
sanzioni includono l'embargo per quanto riguarda le pietre preziose, il legno e i
metalli birmani; il divieto di esportazione di macchinari per la produzione di questi
prodotti e il divieto di ingresso nella comunità europea di decine di persone legate
alla giunta militare di Rangoon. L'UE tiene aperta la porta ad un rafforzamento supplementare
delle misure, legandola però agli sviluppi della situazione politica. Ribadendo la
propria preoccupazione, i ministri hanno chiesto “ancora una volta al governo di questo
Paese di prendere misure concrete per rispondere alle inquietudini della popolazione
e della comunità internazionale”. La UE chiede la fine degli arresti, la liberazione
dei prigionieri politici e l'avvio di una fase di riconciliazione. Se la situazione
migliorasse, l'Unione Europea si dichiara pronta “a rivedere le misure restrittive,
a cooperare con la Birmania allo sviluppo del Paese e a trovare nuovi campi di cooperazione”.
La leader dissidente, Nobel per la Pace, 62 anni, è agli arresti domiciliari dal 2003
ed ha passato agli arresti o i carcere 12 degli ultimi 18 anni.
Papua Nuova
Guinea. E' salito a 71 morti e almeno 55 dispersi il bilancio delle vittime per le
forti piogge che hanno flagellato per sette giorni consecutivi la ragione orientale
di Papua Nuova Guinea, nel Pacifico. Il governo di Port Moresby ha decretato lo stato
di emergenza e ha approvato l'uso dei militari per le operazioni di soccorso. Migliaia
di persone sono state costrette ad abbandonare i loro villaggi nella provincia di
Oro, dopo che il livello dell'acqua è salito di 3 metri e mezzo, spazzando via ponti,
strade, e centinaia di abitazioni. La cittadina di Popondetta, capitale della provincia
di Oro, è stata descritta come un'isola nell'acqua, senza più ponti o strade. Da venerdì
sera, il bilancio dei morti è passato da tre ad almeno 71, ma la protezione civile,
che domenica ha iniziato a perlustrare la zona a bordo di elicotteri, teme che il
conteggio sia tutt'altro che terminato. Il reverendo anglicano Glenn Bujis, che ha
visitato la zona, ha detto che “alberi e rami spezzati sono stati trascinati a valle
dalla forza torrenziale dell'acqua, seppellendo interi villaggi sotto due o tre metri
di detriti”. Secondo Bujis, “il conteggio di morti e feriti è ancora approssimativo”.
Copland Gewa, coordinatore dei soccorsi, ha dichiarato che sarebbero 7 0mila le persone
che hanno subito danni dalle piogge, iniziate una settimana fa in seguito al ciclone
Guba, che si è ora spostato nel nord dell'Australia. (Panoramica internazionale a
cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LI no. 323
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