In Italia, il Centro Studi Minori e Media chiede ai mezzi di informazione maggiore
responsabilità nel concorrere alla formazione della personalità dei bambini
“Una buona educazione è il frutto di una buona comunicazione a livello interpersonale,
in famiglia come a scuola, e a livello sociale e massmediale”. A ricordarlo è Isabella
Poli, direttore scientifico del Centro Studi Minori e Media, alla vigilia del 18.mo
anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, che si celebra domani.
“Se il tempo trascorso dai bambini davanti alla tv o in Internet o con i videogiochi
– si legge in una nota – è pari, quando non superiore, al tempo trascorso a scuola”,
i media sono “un’agenzia educativa che concorre alla formazione della personalità
nella crescita dei bambini”. Da questo – riferisce l’agenzia Sir - deriva la “responsabilità
dei media nei confronti dei minori”, che “non si deve configurare solo come tutela
e protezione da contenuti potenzialmente dannosi, ma anche come promozione di contenuti
funzionali ad uno sviluppo psicofisico equilibrato nel bambino”. “Il processo di convergenza
dei media in atto – dichiara la presidente del Centro Studi Minori e Media, Laura
Sturlese – impone regole nuove a livello nazionale e comunitario”, tenendo presente
che “il cellulare sta diventando per i ragazzi il mezzo preferito di comunicazione
interpersonale”. E proprio sull’uso del cellulare da parte dei minori, il Centro Studi
Minori e Media ha svolto quest’anno, in collaborazione con l’Università di Firenze,
un’indagine, che sarà presentata il 14 dicembre a Firenze. (A.L.)