Benedetto XVI ai vescovi del Kenya in visita ad Limina: contro le agenzie che promuovono
l’aborto e il dilagare del relativismo, la Chiesa si mostri unita nei suoi valori
e nella sua testimonianza sociale
Difendere la tradizionale apertura africana al valore della vita dalle campagne mondiali
che propagandano l’aborto e rinsaldare l’unità tra vescovo e sacerdoti, perché l’annuncio
del Vangelo risulti più incisivo in ogni ambito della società. Lo ha chiesto questa
mattina Benedetto XVI ai vescovi del Kenya, ricevuti in visita ad Limina. Il Papa
ha anche esortato i presuli a combattere il relativismo dilagante con una maggiore
diffusione - scolastica e universitaria - della cultura cristiana. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
Realtivismo
religioso e negazione del diritto a nascere hanno intaccato, e non da oggi, anche
il modo di pensare degli africani. Ma il continente ha nel suo codice genetico una
risorsa che può arginare o annullare le derive culturali esportate soprattutto dall’Occidente.
E' su questa convinzione di base che Benedetto XVI impernia il discorso rivolto ai
vescovi del Kenya. In Africa, ha osservato, "il forte attaccamento del vostro popolo
ai valori tradizionali associati alla vita familiare può aiutare a esprimere la fede,
che è il cuore del mistero dell’unità della Chiesa”. E “un’importante chiave di unità”
all’interno di una comunità, ha affermato il Papa, è l'istituzione del matrimonio
e la vita familiare, che la gente d'Africa tiene in particolare considerazione”:
“The
devoted love of christian married couples… L'amore devoto delle coppie
sposate cristiane è una benedizione per il vostro Paese, perché esprime sacramentalmente
l'alleanza indissolubile tra Cristo e la sua Chiesa. Questo prezioso tesoro deve essere
custodito a tutti i costi. Troppo spesso, i mali che colpiscono alcune parti della
società africana, come la promiscuità, la poligamia e la diffusione delle malattie
sessualmente trasmettibili, possono essere direttamente collegati alla disordinata
comprensione del matrimonio e della vita familiare”.
Ma
se la “comprensione cristiana della vita familiare trova una profonda risonanza in
Africa”, il Papa si confessa molto preoccupato dalla “crescente influenza” che la
“cultura secolare globalizzata” esercita sulle comunità locali, “in seguito - ha stigmatizzato
- a campagne condotte da agenzie che promuovono l’aborto”:
“This
direct destruction of an innocent human life… Questa diretta distruzione
di una vita umana innocente non può mai essere giustificata, nonostante ci siano circostanze
difficili che possono indurre alcuni a prendere in considerazione un così grave passo.
Quando predicate il Vangelo della Vita, ricordate al vostro popolo che il diritto
alla vita di ogni essere umano innocente, nato o non nato, è assoluto e si applica
in egual modo a tutte le persone senza eccezione di sorta”.
Accanto
alla denuncia, Benedetto XVI pone la carità. “La comunità cattolica - è stato il suo
invito - deve offrire sostegno a quelle donne che potrebbero avere difficoltà ad accettare
un bambino, soprattutto quando vengono isolate dai loro familiari e amici. Allo stesso
modo, la comunità dovrebbe essere aperta all’accoglienza di tutti coloro che si pentono
per aver partecipato al grave peccato dell’aborto, e dovrebbe guidarli con carità
pastorale ad accettare la grazia del perdono, la necessità della penitenza, e la gioia
di entrare ancora una volta in una nuova vita di Cristo”.
In
precedenza, il Pontefice si era soffermato con insistenza e sollecitudine sul cardine
dell’unità e della collaborazione che sempre devono intercorrere tra i vari gradi
della gerarchia ecclesiale. “Il dialogo rispettoso e la vicinanza tra il vescovo e
i sacerdoti - ha ribadito - non solo edifica la Chiesa locale, ma anche l'intera comunità.
Infatti, l’unità visibile tra i leader spirituale può essere un potente antidoto contro
la divisione all'interno della più ampia famiglia del popolo di Dio”. E un altro snodo
per una rinnovata azione pastorale nel Paese africano - che conta il 25% di cattolici
su 30 milioni di abitanti - il Papa lo aveva individuato nella formazione culturale
oltre che catechetica:
“At a time when a secularist
and relativist mentality… In un momento in cui la mentalità laica
e relativista è in aumento, e si afferma sempre più globalmente attraverso i mezzi
della comunicazione sociale, è tanto più essenziale che si continui a promuovere la
qualità e l'identità cattolica delle vostre scuole, delle università e dei seminari.
La società trae molti benefici da cattolici formati che conoscono e praticano la Dottrina
sociale della Chiesa".
E qui, Benedetto
XVI ha concluso con un'osservazione specifica: "Oggi vi è una particolare necessità
di professionisti altamente addestrati e di persone di provata integrità nel settore
della medicina, in cui i progressi tecnologici continueranno a sollevare gravi questioni
morali”.