Kosovo alle urne per le elezioni politiche e amministrative. I serbi invitati a boicottare
il voto
Urne aperte in Kosovo per le elezioni legislative e municipali. Si rinnova il parlamento
di Pristina, alla vigilia degli ultimi negoziati con Belgrado per la definizione del
futuro status della provincia a maggioranza albanese, attualmente amministrata dall’ONU.
I risultati sono attesi per l’inizio della prossima settimana. Da Pristina, Emiliano
Bos: Stamani
il Kosovo si è risvegliato sotto la neve, caduta un po’ ovunque nella notte. Tetti
imbiancati anche qui a Pristina, la futura capitale di uno Stato che ancora non c’è.
La neve potrebbe ostacolare l’accesso ai seggi soprattutto nelle aree di montagna.
Alle urne sono chiamati un milione e mezzo di elettori, di cui circa il 90% albanesi.
I sondaggi della vigilia danno per favorito il partito democratico del Kosovo, dell’ex
comandante della guerriglia UCK, Hashim Thaci. In palio non ci sono solo i 120 seggi
del parlamento e le amministrazioni locali ma, soprattutto, la guida del governo che
probabilmente dichiarerà, non si sa ancora quando, l’indipendenza unilaterale della
Serbia. Incerta la situazione nel nord del Kosovo e nelle enclave serbe, dove vivono
ancora decine di migliaia di serbi che, per impedire o rallentare le operazioni di
voto, potrebbero non aprire alcune scuole dove sono allestiti i seggi. L’OSCE, l’Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha però assicurato il diritto di voto
attraverso appositi camion dotati di cabine elettorali. (Da Pristina, per
la Radio Vaticana, Emiliano Bos)