Il Segretariato della COMECE presenta, in un documento, proposte all'Unione Europea
per rispondere in modo più adeguato alle esigenze delle famiglie
Il Segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità Europea (COMECE)
ha presentato ieri, a Bruxelles, il documento dal titolo “Proposta per una strategia
dell’Unione Europea a favore delle coppie e delle famiglie”. Il testo non intende
mettere in discussione l’attuale accordo, nell’Unione Europea, sulle competenze degli
Stati membri in materia di diritto di famiglia e politiche familiari. Si vuole invece
promuovere il dibattito su quanto le istituzioni comunitarie “possono fare nell’ambito
delle proprie competenze”. Sulle proposte e indicazioni contenute nel documento per
“aiutare le coppie sposate” e “sostenere i genitori nei loro compiti educativi”, ascoltiamo
al microfono di Amedeo Lomonaco, Alessandro Calcagno, consulente giuridico
della COMECE:
R. -
Abbiamo tenuto conto del fatto che l’Unione Europea non gode di una vera e propria
competenza in materia di famiglia e, pertanto, abbiamo proposto una serie di suggerimenti,
come il sostegno ai genitori rispetto ai rischi legati all’utilizzo di Internet o
dei telefoni cellulari da parte dei minori. Abbiamo formulato proposte riguardo all’utilizzo
di videogames brutali e violenti, rispetto ai quali riteniamo che la politica dell’Unione
Europea non abbia fatto abbastanza. Ma caldeggiamo anche maggiore sostegno della lotta
alla povertà minorile, che è un altro aspetto sul quale ci siamo concentrati. Nel
documento, ci siamo soffermati sul problema dell’integrazione delle famiglie migranti
con specifico riferimento ai ricongiungimenti familiari, che è un tema molto caro
anche al Santo Padre. Un altro aspetto che abbiamo sottolineato riguarda la strategia
in materia di sicurezza. Un‘iniziativa, questa, della Commissione Europea di fine
giugno che prenderà in considerazione anche la possibilità di contribuire ad una migliore
conciliazione della vita lavorativa e della vita familiare. Abbiamo sottolineato,
peraltro, che il principio di sussidiarietà richiede che venga lasciato alla competenza
degli Stati membri la possibilità di regolare le conseguenze legali di eventuali unioni
registrate o unioni di fatto.
D. - Quindi, l’obiettivo
è quello di cercare delle soluzioni e delle proposte, partendo dalla politica attuale
dell’Unione Europea sulla famiglia, dalle competenze attuali. Ci sono anche delle
sollecitazioni dei vescovi europei in tema di famiglia?
R.
- Abbiamo cercato di tener conto di questo aspetto, sottolineando principalmente il
fatto che la Chiesa considera il matrimonio tra un uomo ed una donna come un Sacramento
di amore e, quindi, supporta, incoraggia e promuove la famiglia fondata sul matrimonio
come soluzione ideale per assicurare la stabilità della famiglia stessa e garantire
quindi, anche ai figli, un fondamento solidissimo per la costruzione del loro futuro.
Di conseguenza, per la costruzione stessa del futuro dell’Europa, che dipende chiaramente
dalle nuove generazioni.