2007-11-17 15:42:08

Ghana: al seminario sulle nuove schiavitù, si discute sul contributo che Africa ed Europa possono dare insieme per la giustizia e la pace


Dal seminario su “Schiavitù e nuove schiavitù”, in corso in Ghana e promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e dal Simposio delle Conferenze episcopali in Africa e Madagascar (SECAM), emerge una priorità: tracciare nuove vie di collaborazione dando ulteriore impulso al contributo che Europa ed Africa sono chiamate a dare insieme per la giustizia, la pace e lo sviluppo del mondo intero. Nel pomeriggio, i vescovi africani ed europei discuteranno, in particolare, sul documento finale, incentrato secondo anticipazioni di stampa, sugli accordi di partenariato tra Unione Europea ed Unione Africana, sull’impatto ambientale delle industrie estrattive e sulla questione delle migrazioni. Tra le tante richieste ai governi, c’è anche quella di “cambiare il modo con cui l’Europa negozia con l’Africa”, soprattutto per quanto riguarda gli accordi con le ex colonie di Africa, Carabi e Pacifico. “Così formulati – spiega all’Agenzia Sir Firmin Adjahossou, responsabile del Programma ‘Good governance’ del SECAM – costringerebbero a rimanere nella povertà oltre 750 milioni di persone per il resto della loro vita”. Nel documento si chiede poi all’Europa di “cambiare gli stili di consumo delle popolazioni e di promuovere l’utilizzo delle risorse naturali”. Ma, soprattutto, è necessario “elaborare politiche chiare e quadri giuridici per controllare in maniera efficace le industrie estrattive”. Ai governi africani si chiede inoltre di “accordare licenze solo dopo il consenso previo delle comunità locali”. Durante il seminario sono anche state denunciate nuove forme di schiavitù: il vescovo di Xai-Xai, in Mozambico, mons. Lucio Andrice, ha spiegato che migliaia di mozambicani emigrano per lavorare nelle grandi piantagioni in Sudafrica, dove lavorano per sei o sette mesi senza ricevere stipendi. Il vescovo di Lwena, mons. Gabriel Mbilingi, ha detto poi che ogni mese molti migranti si recano in Angola per cercare diamanti. Il presule ha precisato che la polizia, mal pagata, lascia passare i migranti alle frontiere per circa 100 dollari e requisisce eventuali diamanti trovati dagli immigrati. Anche in Europa la schiavitù assume caratteristiche drammatiche: la Chiesa moldava ha lanciato, in particolare, una campagna informativa contro la tratta di donne e bambini. Suor Henriette Adindu, del centro per il rinnovamento spirituale della diocesi di Kumasi in Ghana, ha rivelato infine che, ogni anno, sono almeno 50 mila le donne che partono dall’Africa per arrivare in città europee, dove vengono costrette a prostituirsi. Il seminario si chiuderà domani con una commemorazione del 200.mo anniversario della fine della schiavitù in Africa. (A.L.)







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