La Giornata mondiale per la tolleranza: appello del direttore dell'UNESCO a fondare
l'integrazione sul valore della "mutua comprensione"
Nel mondo attuale, l'"imperativo della tolleranza" è "sempre più urgente": non bastano
solo le leggi, è necessario il valore "della mutua comprensione" per disinnescare
le occasioni di emarginazione e conflitto sociale. E' l'appello del direttore generale
dell'UNESCO, Koichiro Matsuura, per la Giornata mondiale per la tolleranza che si
celebra oggi. Specialmente in Occidente, meta dei flussi migratori, parole come integrazione
e tolleranza sono al centro di molti dibattiti, pro o contro. Nel recente Convegno
promosso dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti e degli itineranti,
il segretario del dicastero vaticano, l'arcivescovo Agostino Marchetto, si
è soffermato con un'ottica cristiana su uno dei processi di integrazione più problematici,
quello dell'etnia ROM e dei nomadi in generale. Ascoltiamolo al microfono di Fabio
Colagrande:
R. -
Mi rifaccio a quell’espressione che è usata nel documento: “Il rigetto ancestrale”.
Credo che se c’è questo “rigetto ancestrale” non è mica una cosa facile cambiare mentalità,
cambiare atteggiamenti, sia da una parte, sia dall’altra. Naturalmente, bisogna giungere
ad una integrazione. Non si tratta di un'assimilazione: è importante la distinzione.
Una certa integrazione ci dev’essere, poi, nel rispetto delle leggi del Paese in cui
gli zingari sono stanziati. La convivenza però è possibile, nel senso che ci sono
dei Paesi in cui si è creata una convivenza che è ragionevole, che è legittima. E
in questo, credo che la Chiesa sia un fattore di riconciliazione. C’è un cammino da
fare, tutti, per una riconciliazione, una accettazione nell’accoglienza e nella sicurezza
e legittimità.
D. - Eccellenza, cosa risponde a chi
considera l’atteggiamento della Chiesa nei confronti dei migranti, in genere, eccessivamente
indulgente?
R. - Dico semplicemente che noi, come
cristiani e come uomini, dobbiamo avere e ragione e cuore. Il cuore è legato all’amore
e non ciò non contrasta con la ragionevolezza. Quindi, dobbiamo mettere insieme anche
qui le due componenti che fanno l’uomo, e sono le congiunzioni - che io dico particolarmente
cattoliche - per cui tutti dobbiamo camminare per realizzare la relazione con gli
altri in cui ci sia posto per la ragione, per quello che è anche la scientificità
dell’approccio, ma anche del cuore, dell’amore, dell’accoglienza.