SAM PHRAN, 15 nov 07 - Proclamare che la vita umana è un dono di Dio e in
quanto tale “sacra e inviolabile”. Questo il senso di un Congresso internazionale
che ha visto riuniti dal 12 al 14 novembre a Bangkok, capitale della Tailandia, 250
tra vescovi, sacerdoti religiosi e laici impegnati in attività pro-vita da 15 Paesi
della regione asiatico-pacifica. Ad organizzarlo Human Life International, nota organizzazione
cattolica nata negli Stati Uniti per affrontare problematiche legate alla bioetica.
“Dialogo interreligioso e solidarietà sul valore e il significato della vita” era
appunto il titolo dell’incontro cui sono intervenuti anche esponenti di altre religioni.
Presente, tra gli altri, il Nunzio apostolico in Tailandia Salvatore Pennacchio che
ha portato ai partecipanti il saluto del Santo Padre e che nel suo intervento ha ricordato
il dovere dei cattolici di seguire gli insegnamenti della Chiesa sulla dignità umana
e sui diritti inviolabili della persona. Una inviolabilità che deriva dal fatto che
“per i cristiani la vita umana è un dono di Dio”, ha ricordato l’arcivescovo tailandese
di Santisukniran Louis Chamniern. “Annunciare questo amore” significa “dare una buona
notizia”. Durante la tre-giorni i partecipanti hanno illustrato le iniziative intraprese
dalle Chiese locali per contrastare la “cultura della morte” nei Paesi asiatici e
in particolare quelle normative che permettono l’aborto, la contraccezione, l’eutanasia
e tutte quelle pratiche che attentano alla vita. Queste politiche anti-vita è stato
tra l’altro evidenziato, sono spesso motivate da considerazioni economiche. (Ucan
– ZENGARINI)