2007-11-15 13:02:45

Mons. Ravasi apre la Conferenza internazionale del Progetto STOQ sul tema: "Che cosa è l'uomo?"


E’ iniziato stamani a Roma, presso il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum”, il II Convegno internazionale del Progetto STOQ, sul tema “Ontogenesi e vita umana”: obiettivo del simposio è quello di rispondere alla grande domanda: “Che cosa è l’uomo?”. Il progetto STOQ, letteralmente “Scienza, Teologia e Ricerca Ontologica” (Science, Theology and the Ontological Quest) è un programma di ricerca post-lauream fondato sulla collaborazione di sei università pontificie con lo scopo di contribuire al dialogo tra scienza, filosofia e teologia. Ha aperto i lavori mons. Gianfraco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3


Il Progetto STOQ, nato nel 2003, ricorda mons. Ravasi, è erede della Commissione di Studio del Caso Galileo, istituita da Giovanni Paolo II. “Una delle lezioni del Caso Galileo – ha affermato il presule - è stata appunto quella di favorire un maggior dialogo tra discipline rimaste troppo a lungo ignare del lavoro e dei risultati altrui, come sono le scienze naturali e la teologia. Quell’evento, e altri tristi episodi simili di confronto ci insegnano quanto tragica possa risultare questa reciproca incomprensione”, ha proseguito mons. Ravasi che ha sottolineato la necessità di una “visione integrale e organica del sapere”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura si è richiamato nel suo intervento “alla Bibbia come al grande codice della nostra cultura, patrimonio comune di laici e credenti, senza il quale è impossibile capire noi stessi” ed è partito dalla domanda posta dal Salmo 8: “Che cosa è l’uomo perché te ne curi?” : l’uomo – ha detto – “non può essere considerato solo come un mero dato biologico o come una figura angelica”. La sua grandezza si rivela in un mirabile intreccio “tra finitudine e trascendenza”. L’essere creato a immagine e somiglianza di Dio lo rende capace di comprendere e di interloquire col suo Creatore.

 
Mons. Ravasi parla degli inizi della vita e cita il Salmo 139, solenne inno al Dio onnisciente: “Sei tu che hai creato i miei reni, mi hai intessuto nel grembo di mia madre... Il mio scheletro non ti era nascosto quando fui confezionato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. Anche il mio embrione i tuoi occhi l’hanno visto”. E il salmo 139 continua: “Nel tuo libro erano già tutti scritti i giorni che furono formati quand’ancora non ne esisteva uno”. “Il passo è potente nella sua forza evocatrice e allusiva – afferma mons. Ravasi - Dio delinea i giorni dell’uomo prima ancora che essi esistano. Al Creatore non solo non è celato o estraneo quel piccolo germe di vita che è il feto, ma egli è anche capace di perlustrare da signore il futuro che ancora non è. In questa prospettiva – ha aggiunto - si intuisce che per la Bibbia la finalità dell’embrione è netta: si tratta di un’unità inscindibile, di un processo unitario e coerente, compatto e armonico con la meta da raggiungere, quella della persona umana”.

 
Mons. Ravasi invita ad un rinnovato dialogo scienza e fede superando per esempio gli equivoci sul tema dell’evoluzionismo: “la vera alternativa – afferma citando Fiorenzo Fiacchini, scienziato ed ecclesiastico - non è tra evoluzione e creazione, ma tra visione di un mondo in evoluzione, dipendente da Dio creatore secondo un suo disegno, e visione di un mondo autosufficiente, capace di crearsi e di trasformarsi da sé per eventi puramente immanenti”.

 
Cosa è dunque l’uomo? conclude mons. Ravasi: è una “canna fragile” - secondo la celebre immagine di Pascal – “ma capace di pensare, di agire liberamente, di gioire e di soffrire, di incontrare e conoscere, sfidare e amare il suo Creatore”.







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