2007-11-15 15:22:02

L'arcivescovo di Mossul: in Iraq, cristiani e musulmani sono vittime di comuni violenze


“Metà dei cristiani di Mosul ha lasciato la città per sfuggire alle violenze e lo stesso hanno fatto i musulmani”: lo ha detto all’agenzia missionaria Misna l’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Basile Georges Casmoussa, aggiungendo che tutti - sia cristiani sia musulmani - sono discriminati. Il presule ha confermato, inoltre, che i cristiani abbandonano le loro case per trasferirsi in Giordania, Turchia, Siria e Kurdistan iracheno. “Nelle ultime settimane – ha detto l'arcivescovo - il governo ha preso una serie di iniziative per garantire maggiore sicurezza, chiedendo alle autorità di convincere la piccola comunità cristiana a restare a Mossul”. Ma è tutto il Paese ad essere colpito da grave instabilità. In un’intervista rilasciata all’Ufficio pastorale migranti di Torino, monsignor Jacques Isaac, vescovo ausiliare per gli affari culturali del Patriarcato di Babilonia dei Caldei e rettore del Babel College, l’unica facoltà di studi teologici in Iraq, ha sottolineato infatti che la situazione di grave insicurezza riguarda quasi tutto il Paese arabo: “La guerra - ha affermato - ha distrutto tante cose e tante persone. Nessuno di noi, specialmente a Baghdad, è sicuro di tornare a casa”. Mons. Isaac ha anche aggiunto che la comunità sta cercando di risollevarsi nonostante le violenze. “Quando, agli inizi di quest’anno, siamo stati costretti a trasferire dopo 16 anni di attività, la sede del Babel College da Baghdad ad Ankawa, nel Kurdistan iracheno - ha detto il vescovo – è stato difficile ma non potevamo fare altrimenti”. Spirito interreligioso, ecumenismo e apertura al dialogo sono i tre pilastri sui cui si fonda il Babel College: 35 insegnati sono di religione islamica e gli altri caldei, siro-cattolici, domenicani e un siro-ortodosso. Ci sono anche suore caldee, domenicane e del Sacro Cuore e tre stranieri.(A.L.)







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