Vivificati dall’amore di Cristo, rinnovate l’impegno pastorale e missionario della
Chiesa: lo ha detto il cardinale Bertone ai vescovi argentini, nel suo recente viaggio
nel Paese
Cristo sia sempre “il cuore ed il centro” del “rinnovamento pastorale e missionario
della Chiesa” in Argentina e in tutta l’America Latina: è la viva esortazione che
il cardinale Tarcisio Bertone ha rivolto ai vescovi argentini nei giorni scorsi, in
occasione della 94.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale argentina, svoltasi
a Buenos Aires. Ricordiamo che l’11 novembre, il porporato ha presieduto la cerimonia
di Beatificazione di Zeffirino Namuncurà, indio della Pampa, morto ai primi del Novecento.
Sul discorso del cardinale Bertone ai vescovi argentini, il servizio di Alessandro
Gisotti:
È necessario
che la Chiesa “non sia percepita come una semplice organizzazione umanitaria, bensì
nella sua realtà più autentica, come famiglia di Dio vivificata dall'amore di Cristo”:
è quanto sottolineato dal cardinale Tarcisio Bertone che, rivolgendosi ai vescovi
argentini, ha ribadito che l’obiettivo della Chiesa è di “fare arrivare ad ogni uomo
e ad ogni donna il messaggio integrale della salvezza”. Così facendo, ha rilevato
il segretaio di Stato, “le opere di promozione umana che si realizzano con gran generosità”,
saranno “la testimonianza visibile dell'amore di Cristo, il quale vuole che tutti
gli uomini giungano alla conoscenza della verità e sperimentino la forza rinnovatrice
del suo Spirito”. Ricordando la Conferenza di Aparecida, aperta da Benedetto XVI nel
maggio scorso, il porporato ha sottolineato quanto il Papa sia vicino ai pastori dell’America
Latina impegnati in un “rinnovato impulso alla nuova evangelizzazione nelle Chiese
locali di questa parte del mondo”. E’ assai eloquente, ha detto il segretario di Stato
vaticano, che “il Santo Padre, prendendo il nome di Benedetto, abbia voluto proporre
agli uomini, sul piano della fede, il primato di Dio sull'azione: ora et labora”.
Per il Papa, ha proseguito, è “ferma convinzione” che “i grandi problemi che travagliano
il mondo e la Chiesa non si supereranno trasformando i cristiani in attivisti, ma
in discepoli di preghiera”. Certo, ha aggiunto, “ai cristiani, come agli altri cittadini,
si deve chiedere impegno politico, competenza professionale, promozione della solidarietà
e della libertà, dei diritti e della giustizia. Tuttavia, ciò che è specifico dei
cristiani è la preghiera al Dio vivente”. Ecco perché, è stata la sua riflessione,
“Benedetto XVI insiste sul fatto che, prima di qualsiasi programma di attività, ci
deve essere l’adorazione, che ci rende liberi nella verità e illumina il nostro agire”.
Il cardinale Bertone ha esortato i presuli a “dare
nuovo vigore alla comunione ecclesiale e conservare l'unità, in primo luogo” con le
comunità diocesane. In alcuni casi, ha avvertito, questo esigerà “coraggio, decisione
e fermezza; altre volte sarà necessario ricorrere alla pazienza e alla comprensione”,
ma “soprattutto, occorre restare uniti a Cristo ed imparare da Lui, il Buon Pastore,
ad essere buoni pastori”. La Chiesa in Argentina, è stata poi la sua riflessione,
“è molto attiva nell'impegno di annunciare il Vangelo e nella catechesi, realizzando
un grande sforzo per la formazione permanente del clero”. Tale formazione, ha detto,
include in primo luogo “un'educazione alla preghiera personale e liturgica”, oggi
“particolarmente necessaria per far sì che i cristiani siano preparati a rispondere,
in modo maturo e consapevole, alle sfide del mondo attuale”. Di qui, l’urgenza di
una “catechesi ed una educazione cristiana che formino un laicato saldo e convinto”.
Il cardinale Bertone non ha mancato di mettere l’accento sul ruolo della “comunità
parrocchiali”. Queste, ha esortato, devono essere “eloquenti luoghi di concordia,
scuole di preghiera, specchi di carità e sorgenti di speranza, in modo che tutti i
loro membri sperimentino la gioia di sentirsi amati dal Signore e dai fratelli”, avvertendo
“al tempo stesso il bisogno di comunicare a quanti li circondano la piena felicità
di essere discepoli di Cristo”.