2007-11-13 14:13:40

Vivificati dall’amore di Cristo, rinnovate l’impegno pastorale e missionario della Chiesa: lo ha detto il cardinale Bertone ai vescovi argentini, nel suo recente viaggio nel Paese


Cristo sia sempre “il cuore ed il centro” del “rinnovamento pastorale e missionario della Chiesa” in Argentina e in tutta l’America Latina: è la viva esortazione che il cardinale Tarcisio Bertone ha rivolto ai vescovi argentini nei giorni scorsi, in occasione della 94.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale argentina, svoltasi a Buenos Aires. Ricordiamo che l’11 novembre, il porporato ha presieduto la cerimonia di Beatificazione di Zeffirino Namuncurà, indio della Pampa, morto ai primi del Novecento. Sul discorso del cardinale Bertone ai vescovi argentini, il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


È necessario che la Chiesa “non sia percepita come una semplice organizzazione umanitaria, bensì nella sua realtà più autentica, come famiglia di Dio vivificata dall'amore di Cristo”: è quanto sottolineato dal cardinale Tarcisio Bertone che, rivolgendosi ai vescovi argentini, ha ribadito che l’obiettivo della Chiesa è di “fare arrivare ad ogni uomo e ad ogni donna il messaggio integrale della salvezza”. Così facendo, ha rilevato il segretaio di Stato, “le opere di promozione umana che si realizzano con gran generosità”, saranno “la testimonianza visibile dell'amore di Cristo, il quale vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità e sperimentino la forza rinnovatrice del suo Spirito”. Ricordando la Conferenza di Aparecida, aperta da Benedetto XVI nel maggio scorso, il porporato ha sottolineato quanto il Papa sia vicino ai pastori dell’America Latina impegnati in un “rinnovato impulso alla nuova evangelizzazione nelle Chiese locali di questa parte del mondo”. E’ assai eloquente, ha detto il segretario di Stato vaticano, che “il Santo Padre, prendendo il nome di Benedetto, abbia voluto proporre agli uomini, sul piano della fede, il primato di Dio sull'azione: ora et labora”. Per il Papa, ha proseguito, è “ferma convinzione” che “i grandi problemi che travagliano il mondo e la Chiesa non si supereranno trasformando i cristiani in attivisti, ma in discepoli di preghiera”. Certo, ha aggiunto, “ai cristiani, come agli altri cittadini, si deve chiedere impegno politico, competenza professionale, promozione della solidarietà e della libertà, dei diritti e della giustizia. Tuttavia, ciò che è specifico dei cristiani è la preghiera al Dio vivente”. Ecco perché, è stata la sua riflessione, “Benedetto XVI insiste sul fatto che, prima di qualsiasi programma di attività, ci deve essere l’adorazione, che ci rende liberi nella verità e illumina il nostro agire”.

 
Il cardinale Bertone ha esortato i presuli a “dare nuovo vigore alla comunione ecclesiale e conservare l'unità, in primo luogo” con le comunità diocesane. In alcuni casi, ha avvertito, questo esigerà “coraggio, decisione e fermezza; altre volte sarà necessario ricorrere alla pazienza e alla comprensione”, ma “soprattutto, occorre restare uniti a Cristo ed imparare da Lui, il Buon Pastore, ad essere buoni pastori”. La Chiesa in Argentina, è stata poi la sua riflessione, “è molto attiva nell'impegno di annunciare il Vangelo e nella catechesi, realizzando un grande sforzo per la formazione permanente del clero”. Tale formazione, ha detto, include in primo luogo “un'educazione alla preghiera personale e liturgica”, oggi “particolarmente necessaria per far sì che i cristiani siano preparati a rispondere, in modo maturo e consapevole, alle sfide del mondo attuale”. Di qui, l’urgenza di una “catechesi ed una educazione cristiana che formino un laicato saldo e convinto”. Il cardinale Bertone non ha mancato di mettere l’accento sul ruolo della “comunità parrocchiali”. Queste, ha esortato, devono essere “eloquenti luoghi di concordia, scuole di preghiera, specchi di carità e sorgenti di speranza, in modo che tutti i loro membri sperimentino la gioia di sentirsi amati dal Signore e dai fratelli”, avvertendo “al tempo stesso il bisogno di comunicare a quanti li circondano la piena felicità di essere discepoli di Cristo”.







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