STATI UNITI Dichiarazione sull’Iraq tra i punti della 1ª giornata della plenaria
WASHINGTON, 13 nov ’07 – “I vescovi degli Stati Uniti si prefiggono per l’Iraq
un obiettivo politicamente e moralmente difficile, ma ben definito: quello di una
transizione responsabile per risolvere la crisi umanitaria, il problema dei rifugiati
e quello dei diritti umani e per la ricostruzione del Paese”: lo ha ribadito mons.
Thomas Wenski, Presidente del Comitato per le politiche internazionali della Conferenza
episcopale degli Stati Uniti, a un convegno dedicato all’attuale impasse iracheno
alla vigilia della plenaria dei vescovi iniziata lunedì a Baltimora. La crisi in Iraq
è stato uno degli argomenti al centro della prima giornata dei lavori dell’assemblea.
I vescovi hanno esaminato la bozza di una nuova dichiarazione in cui propongono una
“strategia di uscita” dalla situazione irachena che – affermano - resta “inaccettabile
e insostenibile”. Il documento segue la ridda di iniziative promosse dall’episcopato
americano da quando venne programmato l’intervento militare nella regione, nel 2002.
I lavori della plenaria termineranno il 15 novembre. Numerosi i punti all’ordine
del giorno che riguardano nel loro insieme la vita della Chiesa negli Stati Uniti:
liturgia, dottrina, pastorale. Tra questi l’approvazione di un importante documento
sulla responsabilità politica dei cattolici in vista delle presidenziali del 2008.
Ad aprire la sessione è stato il presidente uscente della USCCB mons. William Skylstad
che ha illustrato, in sintesi, i vari problemi affrontati dalla Chiesa americana durante
i suoi tre anni di mandato: dalle questioni di bioetica, alla difesa dei valori della
famiglia, dalla lotta all’emarginazione, allo scandalo degli abusi sessuali. Il presule
ha richiamato in particolare il dovere dei vescovi di continuare ad insegnare ai fedeli
ad “accogliere con gioia la vita, ad accettare integralmente gli insegnamenti della
Chiesa sulla natura del matrimonio e a comprendere gli effetti deleteri dei modelli
di vita e della mentalità contraccettiva” dominante. Mons. Skylstad ha inoltre esortato
i confratelli a continuare a difendere la causa “dei bisognosi e dei diseredati”.
Egli ha quindi sottolineato i grandi passi avanti compiuti in questi cinque anni dalla
Chiesa americana contro la piaga degli abusi sessuali. Ampio spazio è stato dedicato
dal presule anche al tema della leadership che ha definito “una delle grandi sfide
alla nostra società e cultura”, indicando in Gesù e in Madre Teresa di Calcutta i
modelli da seguire: “Come pastori – ha detto – la nostra leadership deve essere radicata
nell’umiltà di una vita di preghiera quotidiana. Essa non sarà mai autentica – ha
concluso - se le nostre anime non saranno un cosa sola con Cristo, nostro pastore”. (Cns
– MILANI-ZENGARINI)