Il parroco di Gabriele Sandri, il tifoso ucciso domenica scorsa: non trasformare le
esequie in un momento di violenza
Una giustizia certa e retta nei confronti di chi ha sbagliato, senza in nessun modo
colpevolizzare l'intero corpo della Polizia di Stato. E' ciò che chiedono i familiari
di Gabriele Sandri, il tifoso laziale 28.enne, ucciso domenica scorsa nel casello
autostradale di Badia al Pino, in seguito a un colpo di pistola sparato da un'agente,
intervenuto per disperdere una rissa fra tifosi. Mentre le indagini sull'accaduto
fanno il loro corso, da stamattina a Roma centinaia di persone si recano nella camera
ardente per rendere l'ultimo omaggio alla salma del giovane. I funerali si solgeranno
domani nella parrocchia di S. Pio X, alla Balduina, il quartiere romano dove risiede
la famiglia Sandri. Luca Collodi ha contattato telefonicamente il parroco della
S. Pio X, don Paolo Tammi, che si appella ai tifosi affinché non precipitino
nella tensione il momento delle esequie:
R. -
Domenica scorsa, appena mi sono accorto che Gabriele era mio parrocchiano, sono andato
immediatamente a trovare la mamma. Sono stato con lei per un po’. E’ una donna distrutta
dal dolore. La morte del figlio l’ha duramente provata, anche perché è una morte inspiegabile.
Nessuna morte si spiega sul piano umano e questa è ancora più inspiegabile e sicuramente
evitabile.
D. - Don Paolo Tammi, che tipo di giustizia
chiede la famiglia di Gabriele Sandri?
R. - Mi pare
di capire che chieda una giustizia certa, retta, nei confronti della persona, non
del corpo della polizia. Per quello che mi è stato dato di capire, non sono arrabbiati
nei confronti della polizia o delle istituzioni. Certo, un membro di un’istituzione
che dovrebbe difendere i cittadini ha fatto una cosa inspiegabile, che ci auguriamo
sia solo colposa. Quindi, è chiaro che si tratta di una giustizia nei confronti della
persona. Credo che in uno Stato di diritto chi sbaglia debba scontare una pena.
D.
- Lei vuole rivolgere dalla Radio Vaticana un appello ai tifosi che domani vorranno
partecipare ai funerali di Gabriele Sandri alla Balduina?
R.
- Assolutamente sì. Voglio dire ai tifosi, sia a quelli che lo conoscevano, sia a
quelli che non lo conoscevano, che Gabriele era un ragazzo buono. Questo lo so con
certezza, perché i suoi amici me lo hanno detto e così mi hanno detto il papà e la
mamma. Un ragazzo che è passato attraverso la parrocchia, un ragazzo che non ha mai
fatto violenza, un ragazzo descritto come un buon figlio di famiglia - la mamma lo
chiamava “coccolone” - un ragazzo che aveva ancora delle espressioni affettive molto
belle nei confronti dei genitori e degli amici. Per cui, raccomando a tutti i tifosi
di vivere il loro dolore in maniera corretta, in maniera cristiana - se sono credenti
- in memoria di Gabriele, per affetto per Gabriele che vive in Dio, di non fare nessun
gesto, di non approfittare di una situazione celebrativa per aggiungere problemi a
problemi. Non si ottiene giustizia con la violenza, questo è sicuro.