Lo sviluppo umano a 40 anni dalla "Populorum Progressio" al centro della prossima
plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace
Un’approfondita riflessione su quanto è divenuto realtà e quanto è stato drammaticamente
disatteso delle profetiche indicazioni contenute nella Enciclica Populorum Progressio
si propongono la Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il
20 e il 21 novembre in Vaticano e, subito dopo, dal 22 al 24 presso l’Hotel Ergife
di Roma, il II Congresso Mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia
e la pace nel mondo. Lo rende noto un comunicato del dicastero vaticano.
"Lo
sviluppo è il nuovo nome della pace": 4O anni sono passati dalla celebre definizione
di Paolo VI nell’Enciclica Populorum Progressio sullo sviluppo integrale dell’uomo
e dei popoli come condizione e frutto della pace nel mondo. Enormi progressi l’umanità
ha compiuto in questi anni anche con l’avvento della globalizzazione - afferma il
comunicato - ma lo scandaloso divario tra la ricchezza di pochi e la povertà di molti,
lungi dall’esser stato colmato, è cresciuto a dismisura. Miliardi di dollari vengono
ancora impiegati per potenziare gli arsenali militari, con l’intensificarsi di conflitti
antichi e nuovi, dopo la tragica alba del terzo millennio.
Membri e consultori
del Dicastero, che nelle grandi Encicliche sociali del Magistero e particolarmente
nella Populorum Progressio ha come la Magna Charta del suo impegno di studio e diffusione
della dottrina sociale della Chiesa, dopo una discussione sulle iniziative dall’ultima
Plenaria, rifletteranno sull’attualità dello storico documento papale, con speciale
riguardo alla dimensione morale dello sviluppo, alle nuove povertà e la globalizzazione,
ai conflitti e il disarmo, alla salvaguardia e promozione dei diritti umani. Tra i
relatori figurano, oltre al cardinale Renato Martino e al vescovo Giampaolo Crepaldi,
rispettivamente presidente e segretario del dicastero, il cardinale honduregno Oscar
Rodriguez Maradiaga, l’economista Stefano Zamagni, l’arcivescovo congolese Laurent
Monswengo Pasinya, presidente di Pax Christi, e il giurista belga Silvio Marcus-Helmons.
Saranno inoltre discussi i progetti di lavoro del Pontificio Consiglio, con particolare
riguardo alla diffusione e utilizzo del Compendio della dottrina sociale della Chiesa,
ai futuri convegni e seminari del dicastero, ai documenti di prossima pubblicazione,
e alla causa di beatificazione del cardinale François-Xavier Nguyen Van Thuan, Presidente
di Giustizia e Pace fino al 2002.
Quanto al II Congresso mondiale degli organismi
ecclesiali operanti per la giustizia e la pace, che vedrà raccolti all’Hotel Ergife
dal 22 al 24 novembre oltre 300 delegati da più di 80 Paesi dei cinque continenti,
esso avrà per tema: “40° anniversario della Populorum Progressio: lo sviluppo di tutto
l’uomo, lo sviluppo di tutti gli uomini” e approfondirà i nuovi scenari mondiali creatisi
dopo lo storico documento e le sfide attuali dello sviluppo alla luce della dottrina
sociale della Chiesa, in particolare quelle dell’ecologia umana, del pluralismo e
del dialogo interculturale, nonché della nuova governance nell’ambito della globalizzazione.
Non mancheranno un’attenzione speciale e un approfondimento al riguardo dell’impegno
pastorale della Chiesa per lo sviluppo integrale e lo sviluppo solidale oggi nel mondo.
Tra gli interventi di maggior rilievo, oltre a quelli dei cardinali Tarcisio Bertone,
Segretario di Stato, Renato Martino e dell’indiano Telesphore Toppo, si segnalano
le relazioni del preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nuovo
ausiliare di Milano, mons. Franco Brambilla, del politologo indonesiano Pius Suratman
Kartasasmita, dell’internazionalista canadese Louis Sabourin, della filosofa argentina
Maria Celestina Donadio e dell’economista congolese Evariste Mabi Mulumba.