ITALIA/MEDIO ORIENTE Campagna di solidarieta di Acs per i cristiani
ROMA, 12nov07 - “Informazione e aiuto concreto” a sostegno delle comunità cristiane
in Medio Oriente che rischiano di vedere cancellata la loro identità. E’ l’appello
di Acs, Aiuto alla Chiesa che soffre, l’Opera di diritto pontificio fondata nel 1947
da padre Werenfried van Straaten, che in questi giorni sta lanciando una campagna
di solidarietà per i cristiani mediorientali. In Medio Oriente da decenni è in corso
un’inarrestabile esodo dei cristiani. I dati forniti da Acs sono chiari: nel 1947
i cristiani in Terra Santa erano il 6,8%, nel 2006 solo l’1,6%, nello stesso periodo
in Libano sono passati dal 53 al 40%, in Iraq dal 3,2 all’1,4%, in Siria dal 14,2
all’8%, in Giordania dall’8,3 al 2,7%, in Turchia dall’1% allo 0,1%. “Comunità antichissime
che risalgono all’epoca apostolica rischiano la scomparsa definitiva, con grave danno
anche per lo stesso mondo islamico che verrebbe a perdere il secolare ponte di collegamento
e di scambio tra Oriente e Occidente” afferma Acs che denuncia: “l’islamismo fondamentalista
penetra ovunque – nei mass media, nelle scuole, nei posti di lavoro – determinando
una ostilità sociale che costringe migliaia di cristiani all’abbandono della propria
patria. Coloro che rimangono hanno bisogno di tutto. Possiamo aiutarli con l’informazione
e l’aiuto concreto, affinché la loro identità cristiana non venga cancellata”. Da
qui la campagna di Acs che si propone di reperire aiuti per la manutenzione e la costruzione
di chiese, seminari e conventi, per la formazione di religiosi e laici, per la pubblicazione
di Bibbie e catechismi così come per il sostentamento del clero, finanziare i mass
media di ispirazione cristiana, procurare mezzi di trasporto per la pastorale e aiutare
i profughi. Sulla situazione delle comunità cristiane in Medio Oriente, intanto, giovedì
prossimo, il Parlamento Europeo avvierà una discussione. Soddisfazione per questo
appuntamento l'ha espressa oggi l’arcivescovo coadiutore del Patriarcato Latino di
Gerusalemme, mons. Fuad Twal. “Sono felice che la comunità internazionale mostri riguardo
nei confronti della presenza cristiana in Medio Oriente – afferma il presule - anche
perché col passare del tempo aumentano problemi e difficoltà per le nostre comunità.
Senza entrare in ambito politico – prosegue - dico che abbiamo problemi anche a svolgere
la nostra attività pastorale. Non riusciamo a portare avanti la nostra missione a
favore della pace e della riconciliazione”. (Sir-MANCINI)