2007-11-12 16:03:46

Il cardinale Bertone presiede in Argentina il rito di Beatificazione dell'indio mapuche Zeffirino Namuncurà


“La sua testimonianza ci insegna a essere figli di Dio e fratelli di tutti, a essere fedeli alla terra per arrivare in cielo”: è quanto ha detto ieri il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone durante la cerimonia di Beatificazione di Zeffirino Namuncurà, a Chimpay (circa mille chilometri a sud di Buenos Aires), dove l'indio mapuche è nato nel 1886. Alla celebrazione hanno preso parte più di 200 mila persone; erano presenti anche il vice presidente argentino, Daniel Scioli, e autorità locali, oltre a un centinaio di vescovi della Chiesa argentina e di altri Paesi latinoamericani. “In questi luoghi egli è stato capace di compassione, per essere utile ai suoi fratelli, per essere la risposta di Dio alla sua gente”, ha sottolineato il porporato ripercorrendo alcune tappe della vita dell’indio morto di tubercolosi a 18 anni nel 1905, chiamato “il principe della Patagonia”, salesiano orgoglioso delle proprie origini mapuche, l’etnia india che abita nelle regioni del sud dell’Argentina e del Cile. E per tale motivo parte della cerimonia che ha portato Namuncurà agli onori degli altari si è svolta in “mapudungun”, la lingua mapuche. “Non dobbiamo vergognarci del nostro idioma, che Dio ci ha dato”, ha ricordato Aparicio Millapi, un rappresentante della comunità, davanti ai fedeli. Namuncurà è una delle figure religiose più popolari dell’Argentina, amato soprattutto dai più poveri, e la sua Beatificazione, ha affermato il cardinale Bertone, “significa ricordare e apprezzare ciò che è più pronfodo nelle tradizioni del popolo mapuche, audace e indomito”. “Al tempo stesso Zeffirino – ha aggiunto il porporato – ci aiuta a scoprire la fecondità del Vangelo che non distrugge mai i valori autentici di una cultura; anzi, il messaggio evangelico assume questi valori, li purifica e li perfeziona ... Il nuovo Beato è una testimonianza viva di questa realtà”. Insieme al cardinale Bertone ha concelebrato la Messa l’arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, presidente della Conferenza episcopale argentina e mons. Estanislao Karlic, arcivescovo emerito di Paranà, che sarà creato cardinale il prossimo 24 novembre. “È la prima volta, che si celebra una Beatificazione non in una grande città bensì in una piccola località che comunque, oggi, è molto grande grazie alla presenza di tanti amici di Zeffirino, ha osservato il cardinale segretario di Stato che venerdì scorso ha presieduto anche la recita del “Te Deum” per ringraziare il Signore del dono di un nuovo Beato. E proprio con il “Te Deum” i vescovi argentini il 9 novembre hanno chiuso i lavori della loro 94ma Plenaria e dal cardinale segretario di Stato hanno ascoltato un affettuoso messaggio di solidarietà e comunione del Santo Padre che – ha detto il porporato – “conosce bene la situazione della Chiesa in Argentina e al tempo stesso vi incoraggia a continuare la vostra missione di annunciare il Vangelo”. Il cardinale Bertone, inoltre, ha chiesto ai vescovi dell’Argentina di trasmettere a tutti i sacerdoti, religiosi, religiose e comunità ecclesiali, l’affetto del Papa, ricordando la “preghiera” come uno degli elementi fondamentali della missione episcopale, “missione e ruolo chiamati a dar nuovo vigore alla comunione ecclesiale tra voi stessi e tra tutte le comunità del Paese”. Il cardinale Bertone ha anche rilevato l’importanza e l’urgenza della catechesi e dell’educazione cristiana, “fondamentali e insostituibili per la formazione di un laicato solido e convinto”. Infine, il porporato ha esortato a “lavorare affinché la Chiesa non sia percepita come una semplice organizzazione umanitaria bensì come famiglia di Dio animata dall’amore di Cristo e cammino di salvezza”.







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