2007-11-11 13:55:12

Il Papa sulla Giornata del Ringraziamento: gli agricoltori sono custodi dell'ambiente e del suo patrimonio culturale. A Lecce, le celebrazioni della Chiesa italiana


“La Terra non è un luogo da saccheggiare, ma un giardino da custodire”: lo affermano i vescovi italiani per l’odierna Giornata nazionale del Ringraziamento, ricordata all'Angelus da Benedetto XVI. Le celebrazioni principali dell’evento si sono svolte a Lecce, in Puglia e sono culminate con la liturgia eucaristica presieduta in cattedrale dall’arcivescovo, Cosmo Francesco Ruppi. Nel messaggio annuale, la Commissione episcopale per i Problemi sociali e il lavoro ha invitato le comunità cristiane a rendere grazie al Signore per i doni del Creato, ma anche ad interrogarsi sulla destinazione di tali beni. Massimiliano Menichetti.RealAudioMP3

 
Ringraziare Dio per doni della Terra, impegnarsi a lottare per sconfiggere la fame nel mondo, la sete. Adoperarsi affinché le generazioni future possano godere delle meraviglie del Creato e non vivere in un mondo inquinato e depredato. Si può riassumere così il senso del tema scelto per quest’anno per la Giornata nazionale del Ringraziamento “Custodi di un territorio amato e servito”. Nel Messaggio per la Giornata, reso noto l’11 luglio di quest’anno, i vescovi hanno rimarcato che “occorre il coraggio di promuovere stili di vita, modelli di produzione e consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile” e la forza di “riscoprire la sobrietà, che estirpi dal cuore dell’uomo la brama di possedere”. Mons. Paolo Tarchi direttore dell'Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro:

 
R. - Il messaggio riprende un passaggio molto forte, efficace, di Papa Benedetto XVI nel discorso svolto al corpo diplomatico nel gennaio scorso, dove parlava di scandalo della fame che tende ad aggravarsi, inaccettabile in un mondo che dispone di molti beni e di molte conoscenze. I vescovi rilanciano questo grido d’allarme. E’ chiaro che si impone sempre di più un processo di riflessione culturale, che metta giustizia dentro un mondo che vede una parte del pianeta - il 20 per cento - usufruire dell’80 per cento delle risorse del mondo. E’ necessaria una riflessione molto seria e che si cambi questo modello di sviluppo che privilegia alcuni, ma penalizza la stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta.

 
D. - Si riferisce anche al cambiamento delle politiche economiche dei vari Paesi?

 
R. - Io credo che una riflessione su uno sviluppo sostenibile, anche da un punto di vista economico, debba porsi seriamente. Pensiamo ad alcuni programmi che non sono stati realizzati, come quello della riduzione della povertà del 50 per cento nel 2015 e gli otto punti del “Millennium Goals”. C’è, quindi, un ritardo della comunità internazionale che, attraverso questo messaggio dei vescovi al mondo rurale, in qualche modo, viene ripreso e riproposto come un’emergenza, un’esigenza, che poi va ad incrociare anche altre esigenze: la mobilità, l’immigrazione e tutta una serie di problemi nuovi con cui oggi il nostro Paese si deve confrontare.

 
I vescovi dunque ribadiscono la necessità di non abusare della terra: di evitare l’inutile, il superfluo, l’effimero a vantaggio della redistribuzione delle risorse. Ma cosa significa questa giornata per chi trae dalla terra il sostentamento quotidiano? Sergio Marini presidente di Coldiretti:

 
R. - Per noi ha un significato storico, perchè è dal 1951 che abbiamo avviato questa giornata. E’ un momento chiaramente di ringraziamento per l’annata agraria, che l’11 novembre si chiude, ed anche un auspicio rispetto all’annata che sta cominciando. Naturalmente, è anche qualcosa di più. Per cui vogliamo sensibilizzare non solo il sistema delle imprese, ma anche i cittadini, perchè trovino un momento per confrontarsi sui grandi temi che oggi riguardano il mondo agricolo e l’umanità nel suo complesso: i temi della tutela dell’ambiente, i temi della fame, della sicurezza alimentare, quindi i grandi temi del mondo che, comunque, in tutta Italia, riproponiamo nella giornata del ringraziamento.

 
D. - I vescovi ribadiscono: la terra non è un luogo da saccheggiare, ma un giardino da custodire...

 
R. - Questo è anche nel nostro pensiero, nel nostro modo di fare. Noi rappresentiamo soprattutto le imprese familiari, imprese che hanno molto a cuore il mantenimento del territorio, dell’ambiente, della fertilità dei suoli. La terra è sicuramente un dono di Dio che ci viene messo a disposizione per soddisfare i nostri bisogni, ma anche con l’obiettivo forte di arricchirlo, pensando a quelle che sono poi le generazioni future. Rispetto a questo, bisogna fare ancora molta strada nel mondo, perchè non tutti la pensano così.

 
D. - Vi incontrate a livello internazionale con altri produttori per promuovere un’agricoltura rispettosa del Creato?

 
R. - Noi abbiamo contatti con moltissime realtà internazionali e su questi temi cerchiamo anche di mettere in piedi delle iniziative. Per esempio, la nostra azione per un’agricoltura identitaria, legata al territorio, dove ogni territorio del mondo possa esprimere ed esaltare le sue potenzialità, è una politica, un’impostazione che stiamo portando avanti insieme ad altri. Questi ragionamenti non li facciamo da soli, ma cerchiamo di allargarli e di farne partecipi tutte le popolazioni, non solo europee, ma anche mondiali, soprattutto dell’Africa e dell’Asia.







All the contents on this site are copyrighted ©.