Benedetto XVI all'Angelus: il mondo ha bisogno di una solidarietà condivisa e globale
per vivere in pace. Appello del Papa per il Libano: il nuovo capo di Stato sia espressione
di tutti i cittadini
Creare un “modello mondiale di autentica solidarietà” per dare dignità all’uomo e
dunque avere pace e giustizia nel mondo. L’antico e celebre gesto di carità di San
Martino di Tours, celebrato oggi dalla Chiesa, ha fornito a Benedetto XVI lo spunto
per ricordare all’Angelus l’importanza della solidarietà. Il Papa l’ha invocata, insieme
con la tutela dell’ambiente, per l’odierna Giornata del Ringraziamento e l’ha invocata
anche - insieme con la “passione per il bene comune” - in favore dei libanesi che
si apprestano al delicato passaggio isituzionale dell’elezione del nuovo capo dello
Stato. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La solidarietà
è una chiave risolutiva che apre le porte del cuore. Estesa e condivisa su scala mondiale,
contribusice a sciogliere i nodi in politica, se declinata nel senso del rifiuto di
partigianerie senza scupoli. Favorisce la giustizia nella distribuzione dei beni naturali,
disinnescando la violenza di chi è schiacciato dalla miseria. Allarga l’orizzonte
di chi trae frutti dalla terra, insegnandogli a rispettarla prima ancora che a sfruttarla.
C’è tutto questo nel cuore di Benedetto XVI e il Papa lo comunica alle migliaia di
fedeli che a mezzogiorno lo vedono apparire alla finestra del suo studio che affaccia
su Piazza San Pietro. Il suo primo appello dopo la preghiera mariana è per il Libano.
L’Assemblea nazionale, ha osservato Benedetto XVI, “sarà chiamata prossimamente a
eleggere il nuovo capo dello Stato”. E “come dimostrano le numerose iniziative di
questi giorni", ha aggiunto:
“Si tratta di un
passaggio cruciale, dal quale dipende la stessa sopravvivenza del Libano e delle sue
istituzioni. Faccio mie le preoccupazioni espresse recentemente dal Patriarca maronita,
Sua Beatitudine il Cardinale Nasrallah Sfeir, e il suo auspicio affinché nel nuovo
Presidente possano riconoscersi tutti i Libanesi. Supplichiamo insieme Nostra Signora
del Libano, perché ispiri a tutte le parti interessate il necessario distacco dagli
interessi personali e una vera passione per il bene comune”.
Un’analoga
passione fu quella che 1700 anni fa spinse un soldato dell’antica Pannonia, Martino,
a intendere e vivere in modo fuori del comune la propria carriera militare. Fu il
cristianesimo, ha ricordato il Papa, a renderlo “rispettoso e comprensivo verso tutti”,
a trattare il suo inserviente “come un fratello”, a “evitare i divertimenti volgari”.
E a spingerlo a quel gesto - offrire la metà del proprio mantello a un povero intirizzito
- che lo ha reso uno dei Santi “più venerati d’Europa”. Quel gesto, ha affermato il
Papa, ha una sua precisa logica:
“E’ la logica
della condivisione, con cui si esprime in modo autentico l’amore per il prossimo.
Ci aiuti san Martino a comprendere che soltanto attraverso un comune impegno di condivisione,
è possibile rispondere alla grande sfida del nostro tempo: quella cioè di costruire
un mondo di pace e di giustizia, in cui ogni uomo possa vivere con dignità. Questo
può avvenire se prevale un modello mondiale di autentica solidarietà, in grado di
assicurare a tutti gli abitanti del pianeta il cibo, l’acqua, le cure mediche necessarie,
ma anche il lavoro e le risorse energetiche, come pure i beni culturali, il sapere
scientifico e tecnologico”.
E il cibo e l’acqua
sono le risorse basilari prodotte dalla terra, oggi al centro della Giornata del ringraziamento
celebrata in Italia sul tema “Custodi di un territorio amato e servito”. Anche in
questo caso, il Papa ha invitato a un atteggiamento di rispetto:
“Ai
nostri giorni, infatti, gli agricoltori sono non soltanto produttori di beni essenziali,
ma anche custodi dell’ambiente naturale e del suo patrimonio culturale. Perciò, mentre
rendiamo grazie a Dio per i doni del creato, preghiamo perché i lavoratori della terra
possano vivere e operare in serenità e prosperità e prendersi cura dell’ambiente,
per il bene di tutti”. Tra i saluti del dopo Angelus, Benedetto
XVI ha ricordato in italiano e spagnolo la Beatificazione di Zeffirino Namuncurá,
il giovane indio Salesiano che morì in odore di santità all’età di 18 anni e che alle
11, ora locale, sarà elevato agli onori degli altari dal cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone. Quindi, il Papa ha incoraggiato i partecipanti al convegno della
Confederazione italiana dei Consultori familiari, di ispirazione cristiana, “a proseguire
nella preziosa opera che da 30 anni svolgono a servizio delle famiglie”.