2007-11-11 13:54:55

Benedetto XVI all'Angelus: il mondo ha bisogno di una solidarietà condivisa e globale per vivere in pace. Appello del Papa per il Libano: il nuovo capo di Stato sia espressione di tutti i cittadini


Creare un “modello mondiale di autentica solidarietà” per dare dignità all’uomo e dunque avere pace e giustizia nel mondo. L’antico e celebre gesto di carità di San Martino di Tours, celebrato oggi dalla Chiesa, ha fornito a Benedetto XVI lo spunto per ricordare all’Angelus l’importanza della solidarietà. Il Papa l’ha invocata, insieme con la tutela dell’ambiente, per l’odierna Giornata del Ringraziamento e l’ha invocata anche - insieme con la “passione per il bene comune” - in favore dei libanesi che si apprestano al delicato passaggio isituzionale dell’elezione del nuovo capo dello Stato. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3


La solidarietà è una chiave risolutiva che apre le porte del cuore. Estesa e condivisa su scala mondiale, contribusice a sciogliere i nodi in politica, se declinata nel senso del rifiuto di partigianerie senza scupoli. Favorisce la giustizia nella distribuzione dei beni naturali, disinnescando la violenza di chi è schiacciato dalla miseria. Allarga l’orizzonte di chi trae frutti dalla terra, insegnandogli a rispettarla prima ancora che a sfruttarla. C’è tutto questo nel cuore di Benedetto XVI e il Papa lo comunica alle migliaia di fedeli che a mezzogiorno lo vedono apparire alla finestra del suo studio che affaccia su Piazza San Pietro. Il suo primo appello dopo la preghiera mariana è per il Libano. L’Assemblea nazionale, ha osservato Benedetto XVI, “sarà chiamata prossimamente a eleggere il nuovo capo dello Stato”. E “come dimostrano le numerose iniziative di questi giorni", ha aggiunto:

 
“Si tratta di un passaggio cruciale, dal quale dipende la stessa sopravvivenza del Libano e delle sue istituzioni. Faccio mie le preoccupazioni espresse recentemente dal Patriarca maronita, Sua Beatitudine il Cardinale Nasrallah Sfeir, e il suo auspicio affinché nel nuovo Presidente possano riconoscersi tutti i Libanesi. Supplichiamo insieme Nostra Signora del Libano, perché ispiri a tutte le parti interessate il necessario distacco dagli interessi personali e una vera passione per il bene comune”.

 
Un’analoga passione fu quella che 1700 anni fa spinse un soldato dell’antica Pannonia, Martino, a intendere e vivere in modo fuori del comune la propria carriera militare. Fu il cristianesimo, ha ricordato il Papa, a renderlo “rispettoso e comprensivo verso tutti”, a trattare il suo inserviente “come un fratello”, a “evitare i divertimenti volgari”. E a spingerlo a quel gesto - offrire la metà del proprio mantello a un povero intirizzito - che lo ha reso uno dei Santi “più venerati d’Europa”. Quel gesto, ha affermato il Papa, ha una sua precisa logica:

 
“E’ la logica della condivisione, con cui si esprime in modo autentico l’amore per il prossimo. Ci aiuti san Martino a comprendere che soltanto attraverso un comune impegno di condivisione, è possibile rispondere alla grande sfida del nostro tempo: quella cioè di costruire un mondo di pace e di giustizia, in cui ogni uomo possa vivere con dignità. Questo può avvenire se prevale un modello mondiale di autentica solidarietà, in grado di assicurare a tutti gli abitanti del pianeta il cibo, l’acqua, le cure mediche necessarie, ma anche il lavoro e le risorse energetiche, come pure i beni culturali, il sapere scientifico e tecnologico”.

 
E il cibo e l’acqua sono le risorse basilari prodotte dalla terra, oggi al centro della Giornata del ringraziamento celebrata in Italia sul tema “Custodi di un territorio amato e servito”. Anche in questo caso, il Papa ha invitato a un atteggiamento di rispetto:

 
“Ai nostri giorni, infatti, gli agricoltori sono non soltanto produttori di beni essenziali, ma anche custodi dell’ambiente naturale e del suo patrimonio culturale. Perciò, mentre rendiamo grazie a Dio per i doni del creato, preghiamo perché i lavoratori della terra possano vivere e operare in serenità e prosperità e prendersi cura dell’ambiente, per il bene di tutti”.

Tra i saluti del dopo Angelus, Benedetto XVI ha ricordato in italiano e spagnolo la Beatificazione di Zeffirino Namuncurá, il giovane indio Salesiano che morì in odore di santità all’età di 18 anni e che alle 11, ora locale, sarà elevato agli onori degli altari dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Quindi, il Papa ha incoraggiato i partecipanti al convegno della Confederazione italiana dei Consultori familiari, di ispirazione cristiana, “a proseguire nella preziosa opera che da 30 anni svolgono a servizio delle famiglie”.







All the contents on this site are copyrighted ©.