Lettera dei vescovi USA al segretario di Stato americano, Rice, sul nucleare iraniano:
“Lavorare per una soluzione diplomatica”
La prospettiva di un Iran dotato di armi nucleari è “inaccettabile”, ma gli Stati
Uniti e gli altri Paesi devono rinunciare alla retorica della guerra e impegnarsi
per “soluzioni diplomatiche”: e' l'ammonimento contenuto in una lettera che la Conferenza
episcopale statunitense ha inviato al segretario di Stato americano, Condoleezza Rice,
esprimendo la “profonda preoccupazione” della Chiesa cattolica. “L’Iran ha minacciato
i suoi vicini, particolarmente Israele, e contribuisce a una vasta instabilità nella
regione”, scrive il vescovo di Orlando, in Florida, mons. Thomas Wenski, a nome dei
vescovi. Nello stesso tempo, però - aggiunge il presule - le ipotesi di un ricorso
alla forza da parte degli USA sono preoccupanti. “Da un punto di vista morale – si
legge - in assenza di una minaccia immediata contro gli Stati Uniti o i nostri alleati,
un'azione militare costituirebbe un atto di guerra preventiva''. Per la Chiesa - sottolinea
il vescovo Wenski - lanciare un attacco preventivo senza adeguate e serie ragioni
“non può non sollevare serie questioni morali e giuridiche”. “Se la prospettiva di
un Iran con armi nucleari è pericolosa - affermano i vescovi statunitensi - nello
stesso tempo l’Iran non è una minaccia nucleare immediata”. I presuli esortano infine
la Rice a proseguire sulla strada della diplomazia, salutando con favore l'impegno
in questo senso espresso dal segretario di Stato. (R.M.)