Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 32.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il dialogo tra
i sadducei e Gesù sul tema della risurrezione. I sadducei, negando che ci sia una
vita dopo la morte, pongono un quesito paradossale a Gesù: in cielo, di chi sarà mai
moglie una donna che in terra ha avuto sette mariti? Gesù risponde:
“I
figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati
degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito
… Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè … quando chiama il Signore:
Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi;
perché tutti vivono per lui”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo il
commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia
Università Lateranense:
(musica)
Quelli
che non hanno la grazia e la libertà di considerare questo mondo alla luce dell’altro,
in vista del quale questo è stato ordinato, non hanno neppure la possibilità di comprendere
la realtà presente e si pongono conseguentemente questioni inconsistenti. Solo alla
luce della Risurrezione si può intendere la verità di quello che viviamo in questo
mondo, apparentemente dominato dalla morte, un mondo che non conosce o non riconosce
più il Signore della vita e che si prepara una buona morte, eutanasia, ma che ogni
giorno vede riprodotto sugli schermi lo scempio di una brutta e pessima morte. Ma
Dio è il vivente e fonte della vita. E’ il Dio dei vivi, conferma Gesù, che è venuto
perchè abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza. Chi appartiene a Cristo, al primogenito
dei risorti, è già fin d’ora figlio della Risurrezione, figlio di Dio. Già fin d’ora
la nostra vita è tutta attraversata dal raggio della Risurrezione e noi viviamo per
Lui, grazie a Lui e in Lui.