La coesione sociale latinoamericana è al centro del 17.mo Vertice iberoamericano che
si è aperto ieri a Santiago del Cile. Una riunione, in programma fino a domani, alla
quale partecipano i rappresentanti di 20 nazioni ed i delegati di Spagna e Portogallo.
Parallelamente si è aperto, sempre in Cile, il vertice dei Popoli che gli organizzatori
non intendono però mettere in contrapposizione con l’assise di Santiago. Il servizio
di Benedetta Capelli:
Lanciare
un programma di interventi in linea con i problemi della gente: così il ministro degli
Esteri cileno, Alejandro Foxley, ha spiegato il senso del vertice di Santiago del
Cile. Una riunione, alla quale interverrà anche il segretario generale dell’ONU, Ban
Ki-moon, e che produrrà due documenti: il Piano d’azione per i prossimi 12 mesi e
la cosiddetta “Dichiarazione di Santiago”. Nessuna attenzione ai casi specifici come
Cuba, Venezuela e Bolivia, “per evitare - ha detto- Foxley - polemiche sul diritto
di questa o quella nazione di fregiarsi del titolo di 'democratica'”. Dunque, riflettori
puntati sulle conseguenze della globalizzazione, che se da un lato ha fatto crescere
l’economia - in incremento negli ultimi 5 anni del 4,5 per cento - ha consentito dall’altro
la disuguaglianza sociale, l’emarginazione, l’iniquità. La regione è ricca di materie
prime, ma sembra incapace di produrre un modello economico autonomo nonostante i buoni
dati dell’inflazione, scesa al 6,4 per cento rispetto all’849 per cento di dieci anni
fa. Manca però l’innovazione e la ricerca che renda questa economia concorrenziale
rispetto alle economie occidentali. La discussione al vertice di Santiago è ripartita
dai risultati della scorsa edizione, tenutasi in Uruguay, che aveva dibattuto sulle
conseguenze delle migrazioni all’interno delle economie e delle società nei Paesi
iberoamericani. Ma si è partiti anche dagli incontri di Madrid di giugno, dove si
è discusso di una profonda ristrutturazione della società latina e caraibica in senso
più democratico ed egualitario. Si concluderà sabato nello stadio Nazionale di Santiago,
il vertice dei popoli che si è aperto ieri nella capitale cilena. Un appuntamento
scandito da conferenze, seminari e dibattiti. Sono attese all’interno dell’impianto
almeno 20 mila persone che ascolteranno gli interventi di alcuni presidenti come Evo
Morales (Bolivia), Daniel Ortega (Nicaragua), Rafael Correa (Ecuador), Hugo Chávez
(Venezuela). “Un incontro di movimenti e organizzazioni sociali e politiche di base”
hanno precisato gli organizzatori, sgombrando il campo a quanti hanno definito la
riunione un contro-vertice rispetto alla conferenza iberoamericana. Si attende anche
la messa a punto di un documento che verrà consegnato proprio ai partecipanti del
vertice di Santiago.