Pakistan: Benazir Bhutto agli arresti domiciliari. Quattro le vittime nell’attentato
contro un ministro del partito di Musharraf
E’ degenerata la situazione in Pakistan. Nel giorno delle manifestazioni a Rawalpindi
contro lo stato d’emergenza imposto dal presidente Musharraf, un kamikaze si è fatto
saltare in aria a Islamabad davanti la casa del ministro per gli Affari politici,
Amir Muqam, che è rimasto illeso: 4 le vittime dell’attacco. Intanto, per impedire
il comizio che doveva tenere a Rawalpindi, la leader dell'opposizione ed ex premier,
la signora Benazir Bhutto, è stata posta agli arresti domiciliari, mentre in tutto
il Paese sono state oscurate le principali televisioni straniere. Arrestati anche
altri 5 mila attivisti. Ma quali possono essere le possibili conseguenze politiche
di questa ulteriore stretta del governo di Islamabad? Giancarlo La Vella lo
ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale de il Sole 24 ore, rientrato
da poco dal Pakistan:
R. -
Direi che questi arresti domiciliari della Bhutto e il giro di vite contro l’opposizione
laica rendono più grave la crisi, ma soprattutto sono un “regalo” ai movimenti integralisti
islamici e alla guerriglia filotalebana e quindi proprio a quell’opposizione al regime
pakistano che è pericolosa sia per il Pakistan stesso, sia per l’Occidente. La guerriglia
e i movimenti integralisti approfitteranno di questa situazione di indebolimento del
potere centrale per poter avanzare sia dal punto militare, sia dal punto di vista
della propaganda. Questo potrebbe significare un aumento delle loro operazioni e,
quindi, un maggior coinvolgimento delle forze internazionali americane, che si trovano
in Afghanistan. Guardando in prospettiva la vicenda, il Pakistan in qualche modo potrebbe
addirittura oscurare con la sua crisi persino la questione iraniana.
D.
- Ci si attendono soltanto attentati o l’azione della guerriglia potrebbe manifestarsi
in qualche modo ancora più grave?
R. - Io direi che
l’azione della guerriglia si è già manifestata in modo molto grave. La valle di Swat
è una delle aree tribali in cui la guerriglia si è praticamente impadronita della
regione, trasmette attraverso le sue stazioni radio e ha praticamente espulso le forze
governative dalla zona. Nel Waziristan, che è certamente uno dei punti
più caldi, la guerriglia pachistana filo talebana ha rafforzato le sue posizioni.
Siamo, quindi, già in una situazione grave e questo indebolimento generale delle strutture
democratiche istituzionali pakistane può significare soltanto un ulteriore aggravamento
della crisi.
- Birmania. Sembra concretizzarsi il dialogo tra
la Giunta militare e l’opposizione democratica. Ieri l’inviato dell’ONU, Ibrahim Gambari,
lasciando il Paese asiatico aveva parlato di “una nuova via” nel confronto tra le
parti, ed oggi il Premio Nobel per la Pace, Aung san Suu Kyi, ai domiciliari dal 2003,
ha incontrato il ministro incaricato dal governo di tenere i rapporti con l'opposizione.
Aung San Suu Kyi ha anche avuto colloqui con tre esponenti del suo partito, la Lega
nazionale per la democrazia: non accadeva da tre anni.
- Iraq-Iran. L’esercito
americano ha annunciato la liberazione di 9 cittadini iraniani, detenuti in Iraq,
catturati con l’accusa di sostenere le milizie sciite. La tv di Teheran ha confermato
soltanto il rilascio di due diplomatici. Violenza a Mossul dove 14 insorti sono rimasti
uccisi in un’operazione congiunta delle forze statunitensi e irachene, 44 i ribelli
arrestati.
- Afghanistan. Fonti governative hanno reso noto che nella
strage di martedì a Baghlan, nel nord del Paese, sono morti 59 bambini e cinque insegnanti,
ma resta incerto il bilancio totale dell’attacco kamikaze nel quale hanno perso la
vita anche sei parlamentari afghani. Nel resto dell’Afghanistan dilaga la violenza.
Decine di talebani sono stati uccisi nella provincia di Helmand, mentre in quella
di Zabul il governatore del distretto di Shahjoy è morto insieme alle sue due guardie
del corpo in un agguato condotto da ribelli. - Norvegia Mare del
Nord. A causa del maltempo, la Norvegia ha chiuso le piattaforme petrolifere nel
Mare del nord. Si calcola che la tempesta, la peggiore negli ultimi venti anni, provocherà
un calo del 10 per cento nella produzione di greggio nel Paese scandinavo. In Gran
Bretagna, diverse centinaia di persone sono state allontanate dalle loro abitazioni
e hanno trascorso la notte in rifugi lungo le coste del sud-est dell'Inghilterra per
il rischio di inondazioni. L’allarme ha fatto salire in fretta il prezzo del petrolio
negli scambi mattutini. Il light crude è tornato sopra i 96 dollari al barile,
in rialzo anche il Brent che ha segnato quota 94 dollari. - Georgia
elezioni. A sorpresa il presidente dell’ex Repubblica sovietica, Mikhail Saakashvili,
ha annunciato la convocazione di nuove elezioni per il prossimo 5 gennaio. Una decisione
scattata in seguito alle manifestazioni di piazza segnate dagli scontri tra la polizia
e i dimostranti. Si attende la revoca dello stato d’emergenza, mentre sembra imminente
l’espulsione dalla Russia di tre diplomatici georgiani in risposta alla precedente
espulsione di altri tre funzionari dell’ambasciata russa di Tbilisi.
- Vertice
in Cile. La coesione sociale latinoamericana è al centro del 17.mo Vertice iberoamericano
che si è aperto ieri a Santiago del Cile. Una riunione, in programma fino a domani,
alla quale partecipano i rappresentanti di 20 nazioni ed i delegati di Spagna e Portogallo.
Parallelamente si è aperto, sempre in Cile, il vertice dei Popoli che gli organizzatori
non intendono però mettere in contrapposizione con l’assise di Santiago. Il nostro
servizio:
Lanciare
un programma di interventi in linea con i problemi della gente: così il ministro degli
Esteri cileno, Alejandro Foxley, ha spiegato il senso del vertice di Santiago del
Cile. Una riunione, alla quale interverrà anche il segretario generale dell’ONU, Ban
Ki-moon, e che produrrà due documenti: il Piano d’azione per i prossimi 12 mesi e
la cosiddetta “Dichiarazione di Santiago”. Nessuna attenzione ai casi specifici come
Cuba, Venezuela e Bolivia, “per evitare - ha detto- Foxley - polemiche sul diritto
di questa o quella nazione di fregiarsi del titolo di 'democratica'”. Dunque, riflettori
puntati sulle conseguenze della globalizzazione, che se da un lato ha fatto crescere
l’economia - in incremento negli ultimi 5 anni del 4,5 per cento - ha consentito dall’altro
la disuguaglianza sociale, l’emarginazione, l’iniquità. La regione è ricca di materie
prime, ma sembra incapace di produrre un modello economico autonomo nonostante i buoni
dati dell’inflazione, scesa al 6,4 per cento rispetto all’849 per cento di dieci anni
fa. Manca però l’innovazione e la ricerca che renda questa economia concorrenziale
rispetto alle economie occidentali. La discussioneal vertice di Santiago è
ripartita dai risultati della scorsa edizione, tenutasi in Uruguay, che aveva dibattuto
sulle conseguenze delle migrazioni all’interno delle economie e delle società nei
Paesi iberoamericani. Ma si è partiti anche dagli incontri di Madrid di giugno, dove
si è discusso di una profonda ristrutturazione della società latina e caraibica in
senso più democratico ed egualitario. Si concluderà sabato nello stadio Nazionale
di Santiago, il vertice dei popoli che si è aperto ieri nella capitale cilena. Un
appuntamento scandito da conferenze, seminari e dibattiti. Sono attese all’interno
dell’impianto almeno 20 mila persone che ascolteranno gli interventi di alcuni presidenti
come Evo Morales (Bolivia), Daniel Ortega (Nicaragua), Rafael Correa (Ecuador), Hugo
Chávez (Venezuela). “Un incontro di movimenti e organizzazioni sociali e politiche
di base” hanno precisato gli organizzatori, sgombrando il campo a quanti hanno definito
la riunione un contro-vertice rispetto alla conferenza iberoamericana. Si attende
anche la messa a punto di un documento che verrà consegnato proprio ai partecipanti
del vertice di Santiago. - Somalia-scontri. Cresce la tensione
a Mogadiscio. Ameno 51 persone, tra cui numerosi civili, sono morte nei combattimenti
scoppiati dopo l’uccisione di 10 soldati etiopi, di stanza nella capitale somala per
sostenere il fragile governo ad interim. Il tutto è scaturito dalla dura reazione
delle truppe di Addis Abeba, che si sono sentite provocate nell'assistere a scene
di giubilo dinanzi al corpo di un loro compagno, trascinato dalla folla per la città.
- Germania-Muro di Berlino. Celebrazioni sotto tono in tutto il Paese
per il 18.mo anniversario del crollo del muro. Il cancelliere, Angela Merkel, è negli
Stati Uniti per una visita al presidente americano, George W. Bush nel suo ranch texano.
Il Bundestag ha approvato oggi la costruzione di un monumento all’unità e alla libertà
di Berlino per ricordare la rivoluzione pacifica nella ex DDR avvenuta nell’autunno
del 1989. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 313 E'
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