2007-11-09 15:27:26

Pakistan: Benazir Bhutto agli arresti domiciliari. Quattro le vittime nell’attentato contro un ministro del partito di Musharraf


E’ degenerata la situazione in Pakistan. Nel giorno delle manifestazioni a Rawalpindi contro lo stato d’emergenza imposto dal presidente Musharraf, un kamikaze si è fatto saltare in aria a Islamabad davanti la casa del ministro per gli Affari politici, Amir Muqam, che è rimasto illeso: 4 le vittime dell’attacco. Intanto, per impedire il comizio che doveva tenere a Rawalpindi, la leader dell'opposizione ed ex premier, la signora Benazir Bhutto, è stata posta agli arresti domiciliari, mentre in tutto il Paese sono state oscurate le principali televisioni straniere. Arrestati anche altri 5 mila attivisti. Ma quali possono essere le possibili conseguenze politiche di questa ulteriore stretta del governo di Islamabad? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale de il Sole 24 ore, rientrato da poco dal Pakistan:RealAudioMP3


R. - Direi che questi arresti domiciliari della Bhutto e il giro di vite contro l’opposizione laica rendono più grave la crisi, ma soprattutto sono un “regalo” ai movimenti integralisti islamici e alla guerriglia filotalebana e quindi proprio a quell’opposizione al regime pakistano che è pericolosa sia per il Pakistan stesso, sia per l’Occidente. La guerriglia e i movimenti integralisti approfitteranno di questa situazione di indebolimento del potere centrale per poter avanzare sia dal punto militare, sia dal punto di vista della propaganda. Questo potrebbe significare un aumento delle loro operazioni e, quindi, un maggior coinvolgimento delle forze internazionali americane, che si trovano in Afghanistan. Guardando in prospettiva la vicenda, il Pakistan in qualche modo potrebbe addirittura oscurare con la sua crisi persino la questione iraniana.

 
D. - Ci si attendono soltanto attentati o l’azione della guerriglia potrebbe manifestarsi in qualche modo ancora più grave?

 
R. - Io direi che l’azione della guerriglia si è già manifestata in modo molto grave. La valle di Swat è una delle aree tribali in cui la guerriglia si è praticamente impadronita della regione, trasmette attraverso le sue stazioni radio e ha praticamente espulso le forze governative dalla zona. Nel Waziristan, che è certamente uno dei punti più caldi, la guerriglia pachistana filo talebana ha rafforzato le sue posizioni. Siamo, quindi, già in una situazione grave e questo indebolimento generale delle strutture democratiche istituzionali pakistane può significare soltanto un ulteriore aggravamento della crisi.

- Birmania. Sembra concretizzarsi il dialogo tra la Giunta militare e l’opposizione democratica. Ieri l’inviato dell’ONU, Ibrahim Gambari, lasciando il Paese asiatico aveva parlato di “una nuova via” nel confronto tra le parti, ed oggi il Premio Nobel per la Pace, Aung san Suu Kyi, ai domiciliari dal 2003, ha incontrato il ministro incaricato dal governo di tenere i rapporti con l'opposizione. Aung San Suu Kyi ha anche avuto colloqui con tre esponenti del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia: non accadeva da tre anni.

- Iraq-Iran. L’esercito americano ha annunciato la liberazione di 9 cittadini iraniani, detenuti in Iraq, catturati con l’accusa di sostenere le milizie sciite. La tv di Teheran ha confermato soltanto il rilascio di due diplomatici. Violenza a Mossul dove 14 insorti sono rimasti uccisi in un’operazione congiunta delle forze statunitensi e irachene, 44 i ribelli arrestati.

- Afghanistan. Fonti governative hanno reso noto che nella strage di martedì a Baghlan, nel nord del Paese, sono morti 59 bambini e cinque insegnanti, ma resta incerto il bilancio totale dell’attacco kamikaze nel quale hanno perso la vita anche sei parlamentari afghani. Nel resto dell’Afghanistan dilaga la violenza. Decine di talebani sono stati uccisi nella provincia di Helmand, mentre in quella di Zabul il governatore del distretto di Shahjoy è morto insieme alle sue due guardie del corpo in un agguato condotto da ribelli.
 
- Norvegia Mare del Nord. A causa del maltempo, la Norvegia ha chiuso le piattaforme petrolifere nel Mare del nord. Si calcola che la tempesta, la peggiore negli ultimi venti anni, provocherà un calo del 10 per cento nella produzione di greggio nel Paese scandinavo. In Gran Bretagna, diverse centinaia di persone sono state allontanate dalle loro abitazioni e hanno trascorso la notte in rifugi lungo le coste del sud-est dell'Inghilterra per il rischio di inondazioni. L’allarme ha fatto salire in fretta il prezzo del petrolio negli scambi mattutini. Il light crude è tornato sopra i 96 dollari al barile, in rialzo anche il Brent che ha segnato quota 94 dollari.
 
- Georgia elezioni. A sorpresa il presidente dell’ex Repubblica sovietica, Mikhail Saakashvili, ha annunciato la convocazione di nuove elezioni per il prossimo 5 gennaio. Una decisione scattata in seguito alle manifestazioni di piazza segnate dagli scontri tra la polizia e i dimostranti. Si attende la revoca dello stato d’emergenza, mentre sembra imminente l’espulsione dalla Russia di tre diplomatici georgiani in risposta alla precedente espulsione di altri tre funzionari dell’ambasciata russa di Tbilisi.

- Vertice in Cile. La coesione sociale latinoamericana è al centro del 17.mo Vertice iberoamericano che si è aperto ieri a Santiago del Cile. Una riunione, in programma fino a domani, alla quale partecipano i rappresentanti di 20 nazioni ed i delegati di Spagna e Portogallo. Parallelamente si è aperto, sempre in Cile, il vertice dei Popoli che gli organizzatori non intendono però mettere in contrapposizione con l’assise di Santiago. Il nostro servizio:RealAudioMP3


Lanciare un programma di interventi in linea con i problemi della gente: così il ministro degli Esteri cileno, Alejandro Foxley, ha spiegato il senso del vertice di Santiago del Cile. Una riunione, alla quale interverrà anche il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, e che produrrà due documenti: il Piano d’azione per i prossimi 12 mesi e la cosiddetta “Dichiarazione di Santiago”. Nessuna attenzione ai casi specifici come Cuba, Venezuela e Bolivia, “per evitare - ha detto- Foxley - polemiche sul diritto di questa o quella nazione di fregiarsi del titolo di 'democratica'”. Dunque, riflettori puntati sulle conseguenze della globalizzazione, che se da un lato ha fatto crescere l’economia - in incremento negli ultimi 5 anni del 4,5 per cento - ha consentito dall’altro la disuguaglianza sociale, l’emarginazione, l’iniquità. La regione è ricca di materie prime, ma sembra incapace di produrre un modello economico autonomo nonostante i buoni dati dell’inflazione, scesa al 6,4 per cento rispetto all’849 per cento di dieci anni fa. Manca però l’innovazione e la ricerca che renda questa economia concorrenziale rispetto alle economie occidentali. La discussione al vertice di Santiago è ripartita dai risultati della scorsa edizione, tenutasi in Uruguay, che aveva dibattuto sulle conseguenze delle migrazioni all’interno delle economie e delle società nei Paesi iberoamericani. Ma si è partiti anche dagli incontri di Madrid di giugno, dove si è discusso di una profonda ristrutturazione della società latina e caraibica in senso più democratico ed egualitario. Si concluderà sabato nello stadio Nazionale di Santiago, il vertice dei popoli che si è aperto ieri nella capitale cilena. Un appuntamento scandito da conferenze, seminari e dibattiti. Sono attese all’interno dell’impianto almeno 20 mila persone che ascolteranno gli interventi di alcuni presidenti come Evo Morales (Bolivia), Daniel Ortega (Nicaragua), Rafael Correa (Ecuador), Hugo Chávez (Venezuela). “Un incontro di movimenti e organizzazioni sociali e politiche di base” hanno precisato gli organizzatori, sgombrando il campo a quanti hanno definito la riunione un contro-vertice rispetto alla conferenza iberoamericana. Si attende anche la messa a punto di un documento che verrà consegnato proprio ai partecipanti del vertice di Santiago.
 
- Somalia-scontri. Cresce la tensione a Mogadiscio. Ameno 51 persone, tra cui numerosi civili, sono morte nei combattimenti scoppiati dopo l’uccisione di 10 soldati etiopi, di stanza nella capitale somala per sostenere il fragile governo ad interim. Il tutto è scaturito dalla dura reazione delle truppe di Addis Abeba, che si sono sentite provocate nell'assistere a scene di giubilo dinanzi al corpo di un loro compagno, trascinato dalla folla per la città.

- Germania-Muro di Berlino. Celebrazioni sotto tono in tutto il Paese per il 18.mo anniversario del crollo del muro. Il cancelliere, Angela Merkel, è negli Stati Uniti per una visita al presidente americano, George W. Bush nel suo ranch texano. Il Bundestag ha approvato oggi la costruzione di un monumento all’unità e alla libertà di Berlino per ricordare la rivoluzione pacifica nella ex DDR avvenuta nell’autunno del 1989. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 313

 E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.