Mons. Marchetto: il Concilio Vaticano II, grande evento, sintesi di tradizione e rinnovamento.
Critiche al gruppo di Bologna
Il Concilio Ecumenico Vaticano II è stato un grande evento, sintesi di tradizione
e rinnovamento e non una rottura col passato, né la creazione di una nuova Chiesa.
E’ quanto ha detto stamani mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio
della pastorale per i migranti e gli itineranti, intervenendo ad Ancona ad un
convegno sulla Chiesa Cattolica nel XX secolo organizzato dal Centro studi oriente-occidente
del capoluogo marchigiano. Il servizio di Sergio Centofanti:
Mons.
Marchetto ha svolto il suo intervento criticando in particolare quanti hanno voluto
vedere nel Concilio Ecumenico Vaticano II una rottura totale con la Tradizione della
Chiesa. Il presule ha contestato soprattutto le interpretazioni offerte dagli studiosi
del cosiddetto gruppo di Bologna, guidati da Giuseppe Alberigo, lo storico del cristianesimo
scomparso nel giugno scorso. Questi studiosi – ha detto – “sono riusciti, con ricchezza
di mezzi, industriosità di operazioni e larghezza di amicizie, a monopolizzare ed
imporre una interpretazione” ideologica che oggi “va per la maggiore” ponendo in contrapposizione
Giovanni XXIII e Paolo VI, nonché i documenti conciliari con il cosiddetto spirito
del Concilio, fino ad immaginare “una rivoluzione copernicana, il passaggio … ad un
altro Cattolicesimo”. Alberigo proponeva una sorta di democratizzazione della Chiesa
affermando che “l’egemonia del sistema istituzionale sulla vita cristiana… aveva toccato
l’apice con la qualifica dogmatica del primato e dell’infallibilità magisteriale del
vescovo di Roma”. “Sono invece - asseriva Alberigo - la fede, la comunione e la disponibilità
al servizio che fanno la chiesa”. Mons. Marchetto da parte sua parla di “identità
in evoluzione” e di “fedeltà nel rinnovamento”. Il presule ha invitato infine a leggere
il discorso di Benedetto XVI alla Curia Romana, il 22 dicembre 2005, in cui il Papa
sottolineava come una interpretazione del Vaticano II come rottura con la Chiesa pre-conciliare,
favorita dalla “simpatia dei mass-media”, abbia creato solo confusione. L’esatta interpretazione
di quel grande evento ecclesiale – aveva detto il Papa – ha invece “silenziosamente
ma sempre più visibilmente” portato frutti.