2007-11-08 14:54:45

Pakistan: elezioni a febbraio. Musharraf lascerà la guida dell'Esercito


Dopo i numerosi appelli della comunità internazionale, il presidente pakistano Musharaff ha annunciato che le elezioni generali nel Paese asiatico si terranno prima del 15 febbraio 2008: si è detto poi pronto a lasciare la guida delle Forze armate. Intanto non si ferma la repressione: migliaia di attivisti legati all’ex premier Benazir Bhutto sono stati arrestati. Il servizio di Benedetta Capelli:
 
Pervez Musharaff intende rispettare la promessa fatta prima delle elezioni presidenziali: lascerà la guida dell’Esercito in occasione del giuramento del suo secondo mandato alla guida del Paese. Lo ha annunciato oggi la televisione nazionale che ha sciolto anche la riserva sulle consultazioni parlamentari: si terranno entro e non oltre il prossimo 15 febbraio, un mese dopo rispetto alla scadenza fissata in precedenza e poi messa in dubbio a seguito dell’imposizione dello stato d’emergenza, che secondo il procuratore generale pachistano, verrà revocato nel giro di uno o due mesi. La misura d’urgenza ha prodotto la rimozione del presidente della Corte Suprema, in procinto di pronunciarsi sulla validità dell’elezione di Musharaff, contestata dall’opposizione per l’incostituzionalità della doppia carica del generale: capo dello Stato e capo dell’Esercito. Ieri era stato deciso di fissare la data delle consultazioni il 14 novembre ma le pressioni internazionali sul Pakistan hanno accelerato i tempi. Il presidente americano Bush, in una telefonata a Musharaff, lo aveva esortato a rispettare il calendario elettorale e a lasciare l’Esercito. Una ricostruzione smentita però da Islamabad che, in un comunicato, ha reso noto che il capo della Casa Bianca avrebbe espresso sostegno al presidente per la sua guida del Paese. Critica la situazione sul terreno: migliaia di sostenitori dell’ex premier Benazir Bhutto sono stati arrestati nella notte. E domani è in programma una imponente manifestazione a Rawalpindi contro lo stato d’emergenza ma si teme la repressione della polizia. Le forze dell’ordine hanno lanciato l’allarme per la presenza di almeno otto kamikaze tra i manifestanti. Infine quattro esponenti dell’opposizione sono stati incriminati per alto tradimento dopo aver criticato il provvedimento di Musharraf.


La Chiesa in Pakistan ha lanciato in questi giorni un appello alla riconciliazione e per il ripristino delle istituzioni democratiche. Ascoltiamo in proposito il nunzio apostolico a Islamabad, mons. Yllana Adolfo Tito, al microfono di Emer McCarthy:RealAudioMP3


R. – It has been published…
E’ stato pubblicato dalla Conferenza dei vescovi attraverso la Commissione episcopale Giustizia e Pace: richiedeva l’immediato rilascio di coloro che sono stati arrestati dopo la dichiarazione dello stato di emergenza. Allo stesso tempo i vescovi richiedono anche il ripristino della Costituzione, che da sabato è stata dichiarata “sospesa”, questa è la parola tecnica che è stata usata. Quindi, la Chiesa persegue un cammino perchè tutte le persone coinvolte, tutti i settori della società, dalle autorità in giù, arrivino davvero a lavorare insieme, ad unire le forze per risolvere i problemi in modo pacifico.







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