Il richiamo della Santa Sede in ambito europeo a tutelare i diritti dei migranti e
dei rifugiati, spesso discriminati e sfruttati, soprattutto se minori o donne
I diritti dei migranti e dei rifugiati, dei minori e delle donne al centro dell’intervento
dell’arcivescovo Manuel Monteiro de Castro, nunzio apostolico in Spagna, capo della
delegazione della Santa Sede alla Conferenza dei Ministri europei della Giustizia,
svoltasi a Lanzarote, nell’ambito del Consiglio d'Europa. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Un
occasione opportuna – ha plaudito mons. Monteiro de Castro - questa riunione di Lanzarote
in Spagna – “per riflettere sulle condizioni e sulle modalità di accesso alla giustizia
di categorie di persone vulnerabili” - come i migranti, i richiedenti asilo, e i minori
– “affinché i loro diritti siano tutelati e si prevenga o si eliminino eventuali forme
di discriminazione”.
“Siamo ben coscienti” – ha detto
il presule – che queste persone, nel continente europeo “in un modo o nell’altro,
soffrono di forme di esclusione, di disparità di trattamento, che siano nel mondo
del lavoro, dell’educazione e della formazione, o dell’assistenza sanitaria. Ancor
più, lo sfruttamento e gli abusi, anche sessuali, che coinvolgono i minori e i migranti,
specialmente le donne, pongono numerosi problemi di ordine morale e giuridico”. “Si
tratta di circostanze – ha stigmatizzato il capo della delegazione vaticana - tanto
più penose che riguardano persone senza difesa, le più deboli e quelle che vivono
lontano dai loro Paesi, quasi sempre senza averlo scelto”.
Secondo
l’arcivescovo, le ragioni per cui si limita o perfino si nega l’accesso alla giustizia
a queste persone è da ricercarsi prima di tutto nella sensibilità degli individui.
E dunque “per sradicare tali forme d’intolleranza è necessario purificare e rinnovare
il cuore di ciascuno”: solo allora sarà possibile modificare il quadro legislativo
ed anche i processi giudiziari e le garanzie procedurali che talvolta arrivano a privare
i migranti e i minori della loro dignità di persone, “ostacolando le loro aspirazioni
e negando di conseguenza i loro diritti e le loro libertà”.
La
Santa Sede, ha ammonito il presule, “considera tali situazioni come una flagrante
contraddizione dei valori fondamentali radicati nella cultura europea, che ispirano
il processo d’integrazione in seno ai popoli europei, facendo inoltre correre il rischio
di trasformare le regole essenziali della convivenza in una semplice legalità formale
che, sovente, non è realmente funzionale di fronte alle esigenze dell’ordine sociale.”
“La
giustizia – ha concluso mons. Monteiro de Castro - è in effetti sinonimo di rispetto
dell’altro, di partecipazione delle sue aspirazioni e dei suoi bisogni; è dunque capace
d’ispirare una cultura di legalità che, in caso di discriminazioni, di violazioni
e di abusi garantisce i diritti fondamentali, riconoscendo che questi devono essere
esercitati con responsabilità, nel rispetto dei valori delle nostre società e dei
principi di base della vita comune”.