I vescovi del Libano invitano il Parlamento a "salvare" il Paese, eleggendo un presidente
Maggioranza ed opposizioni sono ugualmente responsabili di una crisi politica che
“non solo rischia di mandare in crisi il sistema democratico che caratterizza il Libano,
ma può portare ad un'esplosione senza precedenti”. Lo affermano i vescovi maroniti
rivolgendosi ai responsabili politici del Paese dei cedri, nel comunicato diffuso
ieri al termine del loro incontro mensile, caduto alla vigilia della prevista data
della riunione del Parlamento per l’elezione del Presidente della Repubblica, in programma
il 12 di questo mese. “E’ un comunicato che ha riassunto le angosce e le inquietudini
del nostro misero popolo”: le parole forti e molto significative dell'arcivescovo
maronita di Jbail, Mons Bechara Rahi, riferisce l'Agenzia AsiaNews, spiegano il nuovo
accorato appello dei vescovi che richiamano l’intero Parlamento alla responsabilità
che ha “davanti a Dio, alla coscienza e alla patria”. La dichiarazione dei vescovi,
come era previsto, non ha presentato nessun candidato alla presidenza della Repubblica,
ma ha ribadito la necessità di facilitare il compimento del processo elettorale secondo
la Costituzione, accusando i due fronti politici di “restare sulle loro posizioni”.
I vescovi hanno inoltre espresso la loro vicinanza ai deputati della maggioranza,
che sono costretti a non abbandonare il loro albergo vicino al Parlamento, per il
timore di attentati ed a quelli che, per la stessa preoccupazione, sono riparati all’estero.
(R.P.)