Dai leader religiosi africani, critiche all'accordo tra UE e ACP, che raduna Stati
di Africa, Caraibi e Pacifico
Più di 40 leaders religiosi, tra cui rappresentanti della Conferenza dei vescovi cattolici
dell'Africa orientale, hanno disapprovato, durante un convegno tenutosi nei giorni
scorsi a Nairobi, gli accordi di partnership economica tra l’Unione Europea e l’ACP,
che raduna gli Stati di Africa, Carabi e Pacifico. I rappresentanti religiosi hanno
anche auspicato che, in futuro, la ratifica dei trattati sia subordinata all’approvazione
parlamentare. Nel breve periodo si auspica, poi, che la stipula del documento sia
rinviata a dopo il 31 dicembre. Lo scopo del rinvio – riferisce il quotidiano ‘L’Osservatore
Romano’ – è di informare le popolazioni dei paesi interessati all’accordo “su costi
e benefici cui andrebbero incontro”. Le intese di libero scambio – secondo i leader
religiosi – potrebbero minare l’agricoltura africana e, con essa, la possibilità di
rispondere al fabbisogno alimentare del Continente. Il presidente della Conferenza
episcopale del Kenya, mons John Njue, ha lanciato poi un monito sulla probabile instaurazione
di uno Stato federale nel Paese: servirà – ha detto il presule – soltanto a “dividere
i keniani su basi etniche”. L’idea di uno Stato federale è stata lanciata dal principale
partito di opposizione, il movimento del partito Orange. Il dibattito sul federalismo
è uno dei principali temi al centro dell’attuale campagna per le elezioni generali
del prossimo 27 dicembre. (A.L.)