2007-11-08 15:14:14

Cresce l’emergenza umanitaria in Somalia. L'appello delle ONG


“Le ONG non possono fronteggiare adeguatamente la crisi umanitaria”. Lo denuncia attraverso la Caritas il Consorzio delle Organizzazioni non governative presenti in Somalia. Gli operatori umanitari – dichiarano le ONG - “tentano con tutte le loro forze di portare assistenza nelle aree di raccolta” ma sono ostacolati da “alti livelli di insicurezza, continui attacchi, intimidazioni, mine lungo la strada e checkpoints che rallentano gli accessi”. “La comunità internazionale e le parti coinvolte nel conflitto – aggiungono - hanno la responsabilità di proteggere i civili, rendere possibile l’invio degli aiuti e rispettare gli spazi e la sicurezza degli operatori umanitari”. Nella Somalia centrale e meridionale cresce da mesi l’emergenza: ad oggi si stimano ad un milione e mezzo le persone che in tutto il Paese necessitano di assistenza. A Mogadiscio decine di migliaia di persone fuggono dalla violenza dei combattimenti tra l’esercito e le forze antigovernative, aggiungendosi alle oltre 335 mila che necessitano di assistenza immediata. Dalla capitale somala l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) esprime la sua preoccupazione per la popolazione rimasta in città. Le persone sono terrorizzate ma non possono fare altro che aspettare e sperare che la violenza non le raggiunga - afferma Colin McIlreavy, capo missione di MSF in Somalia. “A Mogadiscio – aggiunge - in questo momento non esiste un posto sicuro dove andare”. Nelle ultime settimane, riferisce l’organizzazione, i combattimenti si sono avvicinati all'ospedale. Mentre diminuisce il numero dei feriti provenienti dai quartieri più colpiti, gli scontri armati impediscono agli operatori di lasciare l’ospedale per raggiungere i malati. MSF lancia un appello alle parti in conflitto affinché risparmino i civili e garantiscano loro l’accesso ai soccorsi. (C.D.L.)







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