2007-11-06 14:11:18

Presentato in Sala Stampa vaticana il Congresso internazionale "Ontogenesi e vita umana", ospitato al "Regina Apostolorum"


“Scienza e fede nel Terzo millennio: l’identità dell’embrione”. Presentato stamane in sala stampa vaticana il Congresso internazionale “Ontogenesi e vita umana”, che si terrà Roma dal 15 al 17 novembre prossimi, presso l’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 Un tema di grande rilievo per la società intera, che solleva quesiti ineludibili sull’uomo che interpellano scienza e fede per arrivare a definire l’identità dell’embrione. Il Congresso porrà a confronto i diversi campi del sapere, per dibattere sui concetti di individuo e di organismo da diversi punti di vista, biologico, biomedico, filosofico, teologico, bioetico e giuridico.

 
A presiedere la conferenza stampa è stato mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, coadiuvato dai professori Pietro Ramellini, docente di Scienza e fede all’Ateneo Regina Apostolorum, Rafael Pascual decano della Facoltà di Filosofia nello stesso Ateneo, e Giuseppe Noia, docente di Medicina dell’età prenatale all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

 
Mons. Ravasi, ha aperto la Conferenza con un ricordo commosso del giornalista Enzo Biagi, suo caro amico da 20 anni, che aveva, ha detto, “un’anima spontaneamente cristiana” e che sempre si è riferito nella sua vita e nella professione ad un modello etico, che ha applicato a sé e agli altri:

 
"Lui non amava, come sapete il giornalismo - così come anche Montanelli - un certo giornalismo attuale, che ama l’aggressività; la persona viene quasi costretta ad entrare nell’interno di una trappola, perché cada e riveli anche magari i suoi aspetti più oscuri. No, egli ricostruiva, invece, la verità di una persona anche amara, anche oscura, proprio attraverso questo confronto con l’altro, che era però sempre un confronto - come ho detto - non neutro, non asettico, non indifferente".

 
Il presidente del Pontificio Consiglio per la cultura ha poi cosi sottolineata l’importanza di questo Congresso:

 
"Questo tema del rapporto tra scienza e teologia è, a mio avviso, un rapporto nodale, decisivo, che deve essere condotto con rigore, ma anche lasciando cadere tanti luoghi comuni. Adesso si procede - ne siete consapevoli anche voi - con molti stereotipi. Stereotipi anche da parte nostra, da parte ecclesiastica - devo dire - oltre che da parte laica. E’ necessario veramente che questo discorso continui e continui in maniera vivace, intensa e libera. E soprattutto tenendo conto delle tre traiettorie che qui sono indicate. La prima: l’insegnamento e quindi l’orizzonte accademico, che non è quello dell’immediata divulgazione. Il secondo livello è quello della ricerca ed è uno dei capitoli più delicati, più tormentati anche perché coinvolge evidentemente problemi 'brutali' economici. La società che non ricerca, che non si interroga è una società cadente, stanca, faticosa. Il mondo di oggi non si pone più le grandi domande. Ed infine, la divulgazione".
 
Mons. Ravasi ha infine rivendicato il ruolo della riflessione teologica che deve poter entrare nel dibattito scientifico per avere un senso autentico dell’uomo.

 
Questo Congresso fa parte del progetto STOQ, sigla che sta per Scienza, Teologia e Quesiti Ontologici. Progetto che coinvolge sei Università romane - Lateranense, Gregoriana, Salesiana, Santa Croce, San Tommaso, oltre l’Ateneo Regina Apostolorum - coordinate dal Pontifico Consiglio per la Cultura e con il sostegno della John Templeton Foundation ed altre istituzioni.







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