Messaggio del cardinale Tauran agli indù per la festa del Diwali: nel dialogo e nel
rispetto della libertà religiosa costruiamo insieme la pace
“Cristiani e Indù: decisi a percorrere un cammino di dialogo”: è il titolo del Messaggio
per festa del Diwali, inviato dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il dialogo interreligioso. Una ricorrenza il Diwali, tra le più antiche
e profondamente radicate nel mondo induista, che simboleggia la vittoria della verità
sulla menzogna, del bene sul male, della vita sulla morte. Nota anche come ‘Festa
delle Luci’, da qui la tradizione di accendere lucerne, candele o lampade nelle case,
è occasione per le famiglie di ritrovarsi durante i giorni celebrativi del Diwali,
che culmineranno quest’anno il 9 novembre. Il servizio di Roberta Gisotti:
Coglie questa
opportunità il cardinale Jean-Louis Tauran per inviare “fervidi auguri” ai “cari amici
Indù”, sottolineando che il mondo “desidera ardentemente la pace.” “Possiamo noi,
- si chiede allora il porporato - in quanto credenti di diverse tradizioni religiose,
non lavorare insieme” perché “il mondo divenga per tutti i popoli un luogo migliore
in cui vivere?” Ecco perché “le nostre rispettive comunità devono dedicare urgente
attenzione all’educazione dei credenti, che possono facilmente essere indotti in errore
da una propaganda falsa ed ingannevole". “Non dimentichiamo – aggiunge il presidente
del dicastero vaticano per il dialogo interreligioso - che l’ignoranza è il primo
e, forse, il principale nemico nella vita di chi crede, mentre il contributo di ogni
credente ben formato, insieme a quello degli altri, costituisce una ricca risorsa
per una pace duratura”. Ribadisce nel suo messaggio il cardinale
Tauran che “la credenza religiosa e la libertà vanno sempre di pari passo. Non ci
può essere costrizione nella religione: nessuno può essere forzato a credere, né chiunque
voglia credere può esserne impedito”, ricordando che “il rispetto per la libertà religiosa”
“è un aspetto fondamentale e primordiale della libertà di coscienza degli individui
e della libertà dei popoli”. “Dobbiamo lavorare – sollecita
il porporato gli induisti – per costruire legami di amicizia, come del resto devono
fare gli aderenti di ogni religione”. E questo richiede “incontri regolari”, “ascolto
paziente”, “attiva collaborazione” e, soprattutto, “un atteggiamento di reciproco
rispetto”. Solo attraverso il dialogo, evitando pregiudizi e idee stereotipate sugli
altri e testimoniando fedelmente i nostri precetti ed insegnamenti religiosi, “possiamo
realmente superare i conflitti”. Questo “è davvero l’unico cammino percorribile per
noi credenti”. “La mano che vi tendo calorosamente” in questa
occasione di festa – conclude il cardinale Tauran - “è anche un gesto di buona volontà,
da parte della Chiesa cattolica, ad incontrarvi ed a collaborare con voi, con le vostre
famiglie, con i leaders delle vostre comunità e con tutti i seguaci” “per promuovere
l’armonia nella società e la pace nel mondo".