Il Forum delle Associazioni Familiari raccoglie firme per un fisco più equo
Dopo la grande manifestazione del 12 maggio a Roma, quello che è stato definito il
popolo del Family Da torna in piazza e si mobilita con una raccolta di firme per
chiedere un fisco a misura di famiglia. La petizione si potrà sottoscrivere anche
online, all’indirizzo www.forumfamiglie.org. Come primo passo verso una vera
equità fiscale, si chiede “un sistema di deduzioni pari al reale costo di mantenimento
di ogni soggetto a carico”. Su questa nuova iniziativa ascoltiamo, al microfono di
Fabio Colagrande, il presidente del Forum, Giovanni Giacobbe: R.
– La nostra Costituzione dedica particolare attenzione alla famiglia, che riconosce
come società naturale fondata sul matrimonio. Ma soprattutto, per quanto riguarda
la petizione, all’art. 31 impone - e sottolineo il verbo “impone” - alle istituzioni
di adottare le misure anche economiche che consentano la formazione delle famiglie;
che consentano alle famiglie formate di adempiere ai loro doveri e alle famiglie numerose
di poter sopravvivere.
D. – Prof. Giacobbe, come
presidente del Forum delle Associazioni familiari, le chiedo se da questo punto di
vista possiamo dire che i principi costituzionali non sono stati applicati?
R.
– Io direi di sì, perché per ragioni varie, dall’inizio della vita repubblicana, quindi
dalla data di entrata in vigore della Costituzione, non si è assistito ad una organica
politica per la famiglia. Gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione non hanno avuto
un’attuazione integrale, unitaria ed organica, che fosse idonea a rendere la famiglia
un soggetto attivo della vita sociale. Soprattutto, non è ancora entrata nella cultura
dei nostri operatori giuridici delle nostre istituzioni, la considerazione che i figli
non sono un costo per la società, ma sono un bene per la società. Quindi, concorrere
ai doveri della famiglia, per procreare prima e mantenere poi i figli, significa realizzare
un bene della collettività.
Ma quali sono, tecnicamente, le modalità
per realizzare questa proposta? Fabio Colagrande lo ha chiesto a Paola Soave,
vice presidente del Forum delle Famiglie:
R.
– Tecnicamente la nostra proposta è molto semplice. Noi diciamo che, nel nostro Paese,
oltre all’equità verticale, quella cioè che garantisce che chi più guadagna paga più
tasse – ed è giusto – debba essere riconosciuta un’equità orizzontale: cioè a parità
di reddito di 25 mila euro con moglie e due figli a carico, rispetto ai 25 mila euro
di un single, non possono esserci trattamenti tributari uguali. Il single non ha le
spese di mantenimento di due figli e di una moglie, quindi ha una capacità contributiva
che è diversa da quella del padre di famiglia che, con la stessa cifra, deve mantenere
due figli e una moglie. Chiediamo allora che dall’imponibile - da quei 25 mila euro
- da quello su cui si calcola l’aliquota e su cui paghiamo la tasse, venga dedotta
subito la quota del minimo vitale, di mantenimento di ciascun figlio; quindi, quei
6, 7, 8 mila euro, a seconda che il figlio sia il primo, il secondo o il terzo perché
i conti sono un po’ diversi. Quando si calcola l’imponibile non si tiene conto soltanto
di quello che uno percepisce, ma anche di quante persone sono a suo carico. Perché
25 mila euro per una persona che vive da sola permettono una qualità della vita, 25
mila euro per una persona che deve crescere due figli, o tre, permettono una ben altra
qualità della vita.