Guatemala al voto per eleggere il nuovo presidente
In Guatemala, quasi 6 milioni di elettori sono chiamati oggi ad eleggere il nuovo
presidente. A sfidarsi sono i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di
voti al primo turno dello scorso 9 settembre: si tratta del candidato socialdemocratico
Alvaro Colom (28,23% dei voti) dell’Unione nazionale della speranza e l’ex generale
Otto Pérez Molina (23,51%) del Partito patriottico. Decisivo per il risultato finale
sarà il comportamento dell’elettorato del candidato Alejandro Giammattei, del partito
del presidente uscente Oscar Berger. Il servizio di Luis Badilla:
Le indagini
demoscopiche non aiutano a capire in modo univoco cosa accadrà: alcune prevedono il
successo di Pérez Molina e secondo altre, invece, vincerà Colom. Alvaro Colom, imprenditore
di centro-sinistra di 56 anni, è al suo terzo tentativo di conquistare la presidenza
del Paese. I suoi rivali paventano, nell’eventualità di una sua vittoria, un asse
Nicaragua-Venezuela-Cuba. L’ex generale Otto Pérez Molina, candidato del conservatore
Partito Patriota, partecipa con una formazione creata da lui stesso; su di lui pesano,
però, gravi accuse di violazione dei diritti umani e corruzione. Sia la campagna del
primo turno sia quella del secondo turno, sono state molto violente: le vittime sono
state oltre 60. Durante il primo semestre del 2007, secondo il procuratore nazionale
si sono registrati 2.857 omicidi: 15,8 ogni 24 ore e ciò fa del Guatemala il secondo
Paese più violento dell’America Latina dopo la Colombia. Tra il 2005 e il 2006 sono
state più di 6.000 morti violente. Statisticamente, il 98% dei responsabili resta
impunito. Poche settimane fa, alla vigilia dell’apertura della campagna presidenziale,
dopo decenni, l’Assemblea nazionale ha istituito una Commissione nazionale contro
l’impunità. Quello della violenza è un triste record negativo che si aggiunge ad un
altro non meno lacerante: oltre il 70% della popolazione guatemalteca vive in povertà.
L’iniquità sociale è fortissima: il 10% più ricco dei cittadini possiede circa il
50% delle risorse della nazione. Oltre a ciò, si deve anche ricordare un tasso di
disoccupazione non molto alto (7,5%) a fronte, però, di un tasso di sottoccupazione
e di lavoro nero che raggiunge cifre esorbitanti: il 71% della popolazione guatemalteca
lavora senza alcuna sicurezza per il proprio futuro. Il 55,9% della popolazione guatemalteca
sopravvive con meno di due dollari al giorno e, tra questi, il 15,7% con meno di uno.
Le comunità indigene sono le più colpite dalla mancanza di risorse e dalla miseria.
"La legittimità dell'elezione presidenziale – affermano i vescovi guatemaltechi in
un documento dello scorso 12 ottobre - dipenderà dalla percentuale di elettori che
andrà a votare”. Occorre ricordare - sottolineano i presuli - cha secondo l’ottica
cristiana l’autorità è sempre al servizio del raggiungimento del bene comune.