Domani al Palacongresso di Rimini, i funerali di Don Oreste Benzi. La testimonianza
di un ragazzo liberato dalla schiavitù della droga
Migliaia di persone renderanno domani l’ultimo commosso saluto a don Oreste Benzi,
scomparso venerdì in seguito ad un attacco cardiaco. I funerali si terranno alle 10.30,
al Palacongressi di Rimini, e ci saranno anche donne costrette a prostituirsi, senza
fissa dimora e persone segnate dalla piaga della tossicodipendenza che hanno trovato,
ad un certo punto della loro vita, un grande aiuto: quello dato amorevolmente e gratuitamente
da don Oreste e dai volontari della comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal sacerdote
romagnolo. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco la testimonianza di Gianluca,
ex tossicodipente, che ricorda l’incontro con don Oreste:
R. – Praticamente
io lo ho vissuto come un miracolo, soprattutto rileggendo la storia della mia vita
e imparando a leggere i segni che il Signore mi metteva davanti. Io ho incontrato
don Oreste in stazione, da solo; mi sono sentito chiamare e lui mi ha portato via.
Ero sulla strada e invece adesso faccio parte dello staff delle persone che vanno
a raccogliere i disperati sulle strade; sono l’unico, fra gli operatori, che è passato
per quell’esperienza. D. – Quindi, tu che ti sei affidato completamente
a don Oreste Benzi, cerchi ora altre persone che si affidino completamente all’amore
vero e gratuito…
R. – Si, ma cerco anche di dare
una possibilità alle persone di vivere in un altro modo. Adesso il vivere sulla strada
è cambiato: le persone che vivono sulla strada sono portate alla disperazione da quello
che la società gli mette davanti e che gli toglie...
D.
– Oggi si vive infatti, oltre al dramma della droga, anche quello di una società “drogata”,
troppo lontana dai veri valori…
R. – Si, è una società
che ti porta lontano dai veri valori: questo io lo ho vissuto personalmente. Questa
è una cosa che cerchiamo di far capire: è da qui che comincia il momento di rinascita
di una persona. Si devono inquadrare bene i valori giusti, i valori per i quali è
importante vivere.
D. – Cosa ti senti di dire oggi
ad un ragazzo che sta vivendo la stessa esperienza drammatica che tu hai vissuto?
R.
– Di cercare di non stare da solo e di guardarsi intorno, perché c’è sempre qualcuno
che ti allunga la mano. Anche se non può sembrare così, c’è sempre qualcuno.
Don
Oreste Benzi, con il suo premuroso impegno al servizio di persone segnate da situazioni
drammatiche, lascia patrimoni di inestimabile valore, veri e propri baluardi contro
le ingiustizie in diversi Paesi del mondo. Ricchezze che continuano a risplendere
grazie all’opera dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Su queste eredità, ascoltiamo
al microfono di Luca Collodi, don Aldo Bonaiuto, della Comunità Papa
Giovanni XXIII:
R. – Ci lascia
un grande impegno, quello di continuare, cioè, a condividere la vita degli ultimi
nei 27 Stati in cui siamo presenti e dove l’Associazione “Papa Giovanni XXIII” opera;
la Comunità opera dando da mangiare a circa 60 mila persone ogni giorno, ma anche
cercando di rimuovere le cause che provocano ingiustizie. Don Oreste diceva sempre
che “non si può fare per carità ciò che va fatto per giustizia”. La carità e la giustizia
devono camminare insieme. Don Oreste era veramente un profeta dei nostri tempi, che
spesso gridava nei tanti deserti di indifferenza, di superficialità e di profitti.
Anche quando sembrava essere del tutto fuori dal coro, don Oreste continuava sempre,
fino all’ultimo momento ed imperterrito, a proclamare la propria fede e quei principi
e quei valori che non lo hanno mai lasciato.